4 dicembre 2016

Mi interessa molto il futuro: è lì che passerò il resto della mia vita (cit.)


Il 2016 è letteralmente volato e con esso i primi 12 mesi in compagnia del philips 50put6400/12 (qui tutti i focus sul dispositivo), il mio primo TV per il salotto con risoluzione 4K UHD mosso da Androidtv.

Ad un anno dall'acquisto e recensione, diverse cose sono cambiate: sul digitale terrestre sono arrivati nuovi canali in HD, sono aumentati app e servizi compatibili con la piattaforma di BigG, ci sono più sorgenti su cui cercare contenuti in ultra definizione e, soprattutto, è proprio cambiato il nostro modo di interagire con questi contenuti multimediali.

Ma prima di vedere a che punto siamo arrivati, è bene capire da dove siamo partiti.


12 novembre 2015: unboxing, caratteristiche e panoramica


Ero alla ricerca di un televisore per il salotto di casa e, a fine 2015, dovevo decidere se puntare su di un TV super accessoriato ma con risoluzione FHD oppure lanciarmi nel nascente mondo dell'UHD.
Da buon nerdacchione (e non particolarmente animale da divano), l'interesse verso il mondo televisivo non era alto e, soprattutto, avevo un budget fissato al di sotto dei 1000€. Insomma non avevo grandi mire.

Il 50put6400/12 cadeva a fagiulo: presentato ad inizio anno e commercializzato soltanto nell'ultimo quadrimestre dell'anno (quindi fresco fresco sul mercato), quel modello rientrava perfettamente nel mio budget. Il televisore di fascia medio/medio-alta aveva un pannello con risoluzione 4K UHD, era dotato della piattaforma di google (quindi era comunque un TV smart) e sembrava avere tutte le caratteristiche necessarie per garantire un discreto intrattenimento domestico.


Per maggiori dettagli sulle caratteristiche tecniche e per una panoramica generale sul dispositivo nonché sulla piattaforma Androidtv, rimando al focus che pubblicai qui sul blog con relativo video caricato su YouTube.

Quello che più mi aveva colpito era il fatto che l'azienda olandese avesse costruito un TV dal design minimale, total black, molto sottile e con pochi fronzoli. Nonostante la fascia di prezzo, il display era decisamente valido e dotato di ottimi algoritmi per migliorare l'immagine di quei contenuti che non erano nativamente in 4K, come i canali del digitale terrestre. E poi c'era una gran quantità di porte (4 HDMI, 3 USB, CI, SCART, DVI, YPbPr, etc) che permettevano, in caso di necessità, di collegare qualsiasi periferica esterna.
Anche l'audio (stereo Dolby Digital DTS) non era affatto malvagio così come i consumi energetici dichiarati decisamente ridotti.


Forse il componente più scadente era il telecomando: molto basilare, con tasti un po' duri e non sempre rapido nella risposta. Ma la nota positiva era che non solo, volendo, era possibile acquistare un telecomando differente, ma soprattutto che esisteva un'app companion per smart-phone in grado di comandare da remoto il televisore. Anzi ne esistevano due: quella generica di google per Androidtv e quella specifica di philips proprio per la sua line-up di televisori smart.

In contemporanea all'arrivo del televisore, netflix sbarcava in Italia e io decisi di abbonarmi anche per poter sfruttare appieno il pannello 4K. Effettivamente all'epoca non c'erano molte altre sorgenti per contenuti in UHD: solo YouTube permetteva di accedere a qualche filmato a quella risoluzione.

E devo dire che proprio netflix iniziò a cambiare il mio approccio con il televisore ed il divano...


Il 50put6400/12 si era rivelato un buon acquisto perché integrava in sé tutto quello che cercavo per il salotto (senza la necessità di periferiche aggiuntive): integrava una piattaforma che garantiva l'accesso ad applicazioni di terze parti che ne permettevano l'uso a 360°, faceva il possibile per rendere godibile l'accesso anche a fonti non nativamente in 4K (come il digitale terrestre) e, grazie al grande polliciaggio (50"), rendeva tutta quell'esperienza decisamente immersiva.


21 novembre 2015: la recensione


Dopo una settimana d'uso avevo le idee decisamente chiare: il mondo dell'intrattenimento domestico era rimasto bloccato su se stesso per tanti anni, ma nuovi player stavano cercando di modificare le regole del gioco. Big del settore informatico (come google, apple ed amazon) ma anche nomi meno noti (come roku ed altri) si erano lanciati in quel terreno decisamente fertile e finora poco esplorato. E l'impatto era stato devastante.

Il 50put6400/12 era per me il punto di accesso a quel nuovo mondo televisivo fatto di applicazioni ma soprattutto servizi in grado di ribaltare l'approccio con cui solitamente ci si rivolgeva alle trasmissioni: niente più palinsesti od emittenti, largo spazio ai contenuti sempre disponibili all'accesso.


Non che agli altri TV tale modalità di interazione fosse esclusa: con un qualsiasi box multimediale (nvidia shield, apple tv, roku, etc...) o dongle (chromecast, fire stick, etc...) era possibile entrare a far parte del club. Ma il fatto di avere tutto integrato e direttamente controllabile dal telecomando rendeva l'esperienza molto più appagante. Sommando, poi, alla facilità d'uso l'ultra HD ecco che ne usciva fuori un mix esplosivo.

Si può pensare che un TV da 50" sia un grande impegno, sicuramente in termini di spazio occupato. In realtà, in un salotto mediamente grande si può seriamente prenderne in considerazione di acquistarne uno. A differenza dei vecchi televisori con risoluzioni FHD, HD o inferiori, a parità di diagonale dello schermo, quelli UHD possono essere posizionati a distanze inferiori, vista la maggior densità di pixel per pollice.


Ad ogni modo, per tutte le considerazioni e la mia recensione finale rimando all'articolo dedicato qui sul blog con relativo video pubblicato sul mio canale YouTube.

Questo fu il mio giudizio all'epoca:
Per tutti i motivi elencati (qualità dell'immagine, qualità dell'audio, input e connettività, consumi, funzioni generali per il prezzo richiesto) mi sento di promuovere a pieni voti il prodotto: un bel 8 e 1/2.
Il TV assicura grande intrattenimento e divertimento in casa e permette di assaggiare quella rivoluzione fatta di contenuti in alta qualità (e applicazioni) che da qui a 5 anni cambierà completamente la televisione come oggi la conosciamo.


Dicembre 2015 - Aprile 2016: aggiornamenti, sempre più 4K, nuove app e Google Cast


Nei mesi successivi, google iniziava a spingere un po' di più sulla piattaforma: non solo era stato presentato Android 6.0 Marshmallow che portava alcune interessanti novità anche per la versione dedicata ai TV, ma -soprattutto- BigG aveva iniziato ad ampliare le funzionalità relative al launcher di Androidtv e le sue app/servizi pensate per la piattaforma.

Ecco che ora era possibile riordinare a piacere le applicazioni sulla home, la ricerca globale era stata ammodernata seguendo i dettami del Material Design, e Play Movies e YouTube godevano di tante nuove piccole migliorie di usabilità. In più Twich e Vimeo erano sbarcati sul Play Store con versioni dedicate al grande schermo e, nel caso di Vimeo, con il supporto ai contenuti 4K.

Anche philips non era stata da meno: certo sperare in Marshmallow sarebbe stato troppo e sicuramente prematuro, ma la casa stava rilasciando aggiornamenti su base mensile che risolvevano bug e portavano diverse nuove funzionalità (una su tutte l'inclusione del supporto HDCP 2.2 per i contenuti 4K a 24/25/30Hz).

Ben presto, però, un grande dibattito venne a galla: perché google stava portando avanti due piattaforme parallele pensate entrambe per l'intrattenimento domestico, cioè Chromecast ed Androidtv? La prima, tra l'altro, era completamente integrata nella seconda...
Così, per cercare di analizzare le differenze tra le due soluzioni, pubblicai un video confronto sul mio canale YouTube e, vista la difficoltà di adozione di Androidtv da parte dei produttori di televisori ed il costante crescente successo di Google Cast, la domanda risultava non del tutto assurda.

Intanto l'ecosistema Chromecast veniva ribattezzato in Google Cast e la notizia "sconvolgente" fu che stavano iniziando ad essere commercializzati televisori pensati per sfruttare solamente tale tecnologia. Androidtv che fine avrebbe fatto?
A complicare le cose, per lo meno nel mio caso, c'aveva pensato philips: l'ultimo aggiornamento firmware rilasciato era completamente buggato e mandava continuamente in crash il televisore e molte delle applicazioni.

Intanto sia BigG che la casa olandese aggiornavano le rispettive app companion per smart-phone e sempre più servizi ed app entravano a far parte dell'ecosistema del robottino verde dedicato all'intrattenimento domestico, oppure venivano aggiornati con nuove utili funzionalità (come la ricerca vocale per netflix).


Maggio - Giugno 2016: sei mesi di Androidtv


A quel punto erano passati sei mesi dalla mia recensione del televisore e philips si era salvata in calcio d'angolo rilasciando forse il miglior firmware ad oggi sviluppato per il 50put6400/12.

Non solo tale update risolveva tutte le regressioni introdotte col precedente, ma rendeva utilizzabile la ricerca vocale globale grazie all'app companion Androidtv che proprio in quei giorni veniva resa compatibile anche con iOS.
Ovviamente pubblicai sul mio canale YouTube un video focus con le mie considerazioni sul TV, sugli aggiornamenti firmware e sulle applicazioni per smart-phone dedicate.

Ma la battaglia tra Cast ed Androidtv andava avanti: da una parte nuovi produttori si stavano finalmente avvicinando al robottino verde, dall'altra anche philips cedeva alla tentazione di immettere sul mercato televisori con il solo protocollo Cast!
E la stessa lotta era sentita anche dagli sviluppatori che rilasciavano app solo per l'una o per l'altra piattaforma, senza riuscire a capire a chi dare importanza o priorità. Anche se interessanti funzioni, pur con il contagocce, arrivavano (ad esempio l'inclusione di netflix tra i risultati della ricerca globale).


Luglio - Novembre 2016: dov'è Marshmallow? e la rivoluzione #madebygoogle


In piena estate, ad un anno dalla prima apparizione di Android 6, cominciavo a domandarmi se il mio televisore avrebbe mai ricevuto l'upgrade di sistema a Marshmallow. Tra l'altro philips aveva cominciato a dilatare l'intervallo che fino ad allora era intercorso tra un aggiornamento e l'altro e non stava praticamente più rilasciando update.

Il numero di app compatibili con la piattaforma di BigG era finalmente in forte aumento, e google durante l'I/O aveva anticipato quelle che sarebbero state le novità in arrivo in autunno con Android 7 Nougat. Aggiornamento che, già allora ne ero certo, il mio televisore probabilmente non riceverà mai =(

Intanto ad IFA philips presentava la nuova line-up di TV che sarebbero arrivati sul mercato tra la fine dell'anno e l'inizio del 2017. E, qualche settimana più tardi, google anticipava una nuova rivoluzione per le sue piattaforme.
Con l'evento #madebygoogle non solo BigG si lanciava ufficialmente nel mondo dei produttori hardware, ma soprattutto aggiornava il dongle Chromecast per introdurre il supporto 4K nonché rendeva finalmente disponibili su Play Movies i contenuti in UHD.

La cosa davvero interessante, però, era l'arrivo di Home, una piattaforma pensata per controllare a 360° tutti i dispositivi dedicati alla smart-home. Google Home andava a rimpiazzare la da-poco-rinominata-app Cast.
Ma è solo qualche settimana dopo che il puzzle veniva completato con il rebrand di Cast in Chromecast built-in proprio ad indicare che all'interno dello specifico dispositivo compatibile con tale protocollo sia presente un cuore simile al dongle Chromecast.

Questa nuova ridefinizione dei ruoli ha probabilmente finalmente dato risposta alla domanda che ad inizio 2016 incalzava: perché due piattaforme?
In realtà la piattaforma è diventata una: Google Home, con Chromecast built-in pensata per rendere smart dispositivi eterogenei ed Androidtv (compatibile con quel protocollo) per potenziare l'esperienza televisiva. Tutti i device possono essere controllati via Assitant, l'assistente virtuale di BigG, che fa da collante tra i vari mondi. Le Cast API ed i Play Services sono quindi stati aggiornati per supportare il 4K e far controllare da smart-phone i casting in esecuzione sulla rete domestica.


Dicembre 2016: le conclusioni


Ed eccoci tornati al presente: philips sembra aver ripreso ad aggiornare i propri televisori, anche se di Marshmallow (figuriamoci Nougat) non c'è ancora l'ombra...

Dopo un anno di utilizzo di Androidtv e soprattutto del philips 50put6400/12 sono convinto che tale accoppiata (piattaforma + UHD) rappresenti in qualche modo il futuro della televisione, un futuro in cui ci si intratterrà accedendo per contenuti (a richiesta e legati tra loro indipendentemente dalle sorgenti di provenienza) e non seguendo palinsesti, emittenti o i fornitori di servizio. Con molta probabilità i prossimi anni vedranno spostare la maggior parte del traffico verso la rete internet piuttosto che sulla vecchia infrastruttura televisiva, e piattaforme come quella del robottino verde faciliteranno la transizione verso il mondo delle app e soprattutto dei servizi. Con buona pace per lo switch verso l'HEVC e l'HDCP 2.2.

Una volta provata l'alta definizione è difficile tornare indietro, e sapendo quanto sia lento e contorto il mondo del digitale terrestre (e volendo anche quello satellitare) è facile capire perché sempre più utenti stiano abbracciando il mondo dello streaming via rete... Anche perché, ancora oggi, è anche l'unico in grado di fornire contenuti 4K (per lo meno in Italia).

Come al solito ho pubblicato un video sul mio canale YouTube in cui riporto tutte le mie considerazioni sul televisore, sulla piattaforma che lo muove e su questa direzione che ci si attende modifichi l'accesso ai contenuti multimediali:



Bene, l'avventura sicuramente non finisce qui. Ma direi che per oggi è abbastanza.
Ci sentiamo presto!