20 dicembre 2016

Alcune cose nella nostra vita sono inevitabili (cit.)


Ci siamo: l'anno sta volgendo al termine e quella odierna sarà l'ultima puntata afterthebuzz per questo 2016.

Esattamente come l'ultima volta, di novità oggi non mancheranno ma, prima di passare ai giocattolini sotto la mia lente di ingrandimento, vorrei aprire un piccola parentesi...

Fine anno uguale festività natalizie e di Capodanno, e con esse gli immancabili appuntamenti con amici e parenti per passare in compagnia giornate e serate ricche di calore, divertimento e -si spera- gioia e serenità.

Durante tali incontri non mancheranno cibarie e dolciumi, ma non mancheranno neanche -lo so- tombolate, aste al mercante in fiera e le interminabili partite con le carte. Se come me, però, odiate o vi siete stancati di queste tipologie di passatempo, allora potreste trovare interessante il mio ultimo video che ho pubblicato su YouTube in cui presento 5 giochi da tavolo (tra i miei preferiti) che possono rimpiazzare quelli più tradizionali delle feste, aiutandovi a superarle indenni:


E voi, avete giochi da tavolo preferiti o che siete soliti tirar fuori durante il cenone della Vigilia o nel post-pranzo di Capodanno? Vi aspetto nei commenti per saperne di più!



BlackBerry DTEK50, App e Servizi



Oggi ad aprire le danze è blackberry con il suo dtek50 (qui tutti i miei focus al riguardo) e, soprattutto, la trasformazione che l'azienda ha intrapreso.

Dicembre col botto -in tutti i sensi- in Canada: non solo ad inizio mese la casa della mora ha rilasciato le patch di sicurezza di novembre (sì, non è un errore: era ora!) per tutti i suoi terminali Android, ma ha anche iniziato a distribuire sui suoi canali beta quelle di dicembre. E proprio queste ultime, quando arriveranno, saranno belle corpose portando con sé la risoluzione a ben 74 anomalie legate a vari aspetti di sicurezza.


In più, blackberry ha approfittato per dare un boost generale ad un po' tutta la propria suite di apps e servizi (Hub+) che fornisce in bundle con i terminali e che permette di scaricare/acquistare anche ai proprietari di altri dispositivi mossi dal robottino verde.

A proposito dei device della casa della mora: dopo 4 mesi d'uso posso confermare che il dtek50, primo nato dalla collaborazione con la cinese TCL, ha una buona costruzione. Alcuni video su internet ne mostrano il grado di resistenza che non si discosta molto da quello di telefoni di pari fascia e costruiti con materiali simili. Ma ci sarà tempo per tornare sul dtek50 nel corso delle prossime settimane quando, come mio solito, pubblicherò un video aggiornamento sullo stato HW e SW.


Quello che invece è interessante sottolineare è come sia cambiata in fretta (o troppo tardi, a seconda di come la si vuole vedere) la mission di blackberry, concetto ribadito anche nelle note ai risultati fiscali del Q3: da una delle più grandi aziende del settore delle telecomunicazioni con produzione interna di hardware e software di controllo (leggasi sistemi operativi), ad impresa operante -sempre ma non esclusivamente- nello stesso settore senza più produzione interna di dispositivi ma incentrata su soluzioni votate alla sicurezza e alla mobilità.

Ed è in questa ottica che è da considerarsi la recente firma della cessione a TCL del marchio blackberry. Attenzione: non l'azienda (blackberry ltd.) ma proprio il logo che viene impresso sui dispositivi. Il brand cinese sarà l'unico a livello globale (ad esclusione di alcuni mercati dove l'azienda canadese ha già in essere altri accordi commerciali) a produrre, commercializzare e seguire il post-vendita di nuovi prodotti con -e per- lo storico marchio. A Waterloo si limiteranno a curarne il software e gli aspetti di sicurezza.
Questo non significa che blackberry sia morta, come si è letto in lungo e in largo nei giorni scorsi. L'azienda, un po' di più rispetto a come fa apple o come fa google, ma come invece fanno tanti altri produttori (vedi nokia con i prossimi device in arrivo), si affida ad un produttore terzo (in questo caso TCL) per la gestione degli aspetti hardware e del prodotto nel suo complesso, ma non si tira assolutamente indietro per quel che riguarda il reparto forse più importante: il cuore che lo muove.

Dalla collaborazione con TCL abbiamo visto già il dtek60 e presto (forse con presentazione a Barcellona durante il MWC2017) anche il dtek70. Ma i rumors non si fermano qui e sono spuntati fuori altri modelli che con molta probabilità vedranno la luce nel corso del 2017.


Ma aldilà dei dispositivi in sé, come sottolineavo poc'anzi la nuova blackberry punta al software, e lo fa con rinnovato vigore. Tutta la suite di applicazioni e servizi subirà a breve un rebrand e tutte le acquisizioni che la casa della mora ha effettuato negli anni saranno raccolte sotto lo stesso cappello dal nome di Mobile-Security Platform for the Enterprise of Things.

Diciamo che, così, al momento, finché non ne sapremo di più, l'operazione sembra poco più di una semplice unificazione di brand: i vecchi software di Good Technology, WatchDox, AtHoc ed Encription cambieranno nome, perciò i vari Good X-Y-Z diventeranno BlackBerry X-Y-Z, WatchDox diventerà Workspaces, etc... Ma anche altri prodotti storici della casa della mora saranno rimarchiati (BES diventerà UEM). Diamo tempo al tempo ed aspettiamo gennaio quando l'azienda svelerà completamente i suoi piani.
Inoltre, l'azienda sta continuando a spingere su BBM, la propria piattaforma di Instant Messaging che per lo meno in Indonesia si espande e aggiunge lo shopping, sbarca su Tizen di samsung, porta nuovi giochi ma mantiene comunque territorialità internazionale.


Infine, prima di passare al prossimo argomento, voglio segnalarvi come anche QNX, il sistema operativo comprato da blackberry anni fa (dal quale nacque BB10 e che oggi è ancora utilizzato nel mondo delle autovetture), rimarrà un punto cardine dell'offerta dell'azienda canadese. Non solo la casa della mora non lo abbandonerà, ma sta facendo fortissimi investimenti nel settore, soprattutto puntando alle self-driving car, tant'è che blackberry sta aprendo ad Ottawa un autonomous vehicle testing hub su cui nel corso degli anni investirà fino a 75 milioni di dollari.



Raspberry Pi 3



Il secondo interrogato del giorno è il piccolo raspberry pi 3 (qui tutti i miei focus al riguardo). Anche per lui è arrivato un aggiornamento di sicurezza o, per essere più precisi, la fondazione raspberry pi ne ha rilasciato uno per Raspbian PIXEL.

Ma se non utilizzate l'OS ufficiale, beh allora la cosa non vi toccherà direttamente. E parlando di OS alternativi, sappiate che nel corso delle ultime settimane il famoso SBC ha visto l'arrivo di tanti nuovi sistemi operativi; e stavolta tutti di un certo rilievo (oltre agli avanzamenti di quelli che erano già disponibili, come CentOS 7.3).

È per questo motivo che nelle scorse settimane ho pubblicato un video sul mio canale YouTube in cui ho messo a confronto 3 delle distribuzioni GNU/Linux più famose che, appunto, proprio in questi giorni hanno fatto la loro comparsa sul pi 3: Fedora 25, Ubuntu Core 16 e SUSE 12 (con tanto di variante openSUSE 42.2):


Che dire? Il raspberry pi 3 è diventato un prodotto mainstream! E la fondazione ha annunciato l'avvio di una iniziativa molto interessante: dei corsi -gratuiti- di insegnamento online, nonché l'arrivo di PIXEL anche per architettura x86.


Prima di passare a un po' di nuove guide, tutorial e cose carine da fare con il pi, volevo segnalarvi che google ha ufficializzato Androidthings, l'ennesima incarnazione del robottino verde, ma questa volta tutta declinata sull'IoT. Chi se li ricorda Brillo e Weave? Ve ne avevo parlato sul blog tempo fa: fondamentalmente Things è l'evoluzione rivista e corretta di Brillo (che in realtà non aveva poi fatto chissà quanta strada nell'ultimo anno e mezzo), e Weave rimane Weave integrando però non solo la variante di BigG ma anche quella implementata da nest (altra azienda di alphabet).
Aldilà delle scelte di marketing, quello che è interessante di tutta questa storia è che Androidthings (con il supporto a Weave) sarà compatibile con raspberry pi 3, e questo spiega le voci di qualche mese fa (e la presenza di un ramo apposito sui repository del codice sorgente) circa il possibile arrivo ufficiale di Android sul micro-computer.
Gli sviluppatori potranno sviluppare applicazioni IoT con l'SDK di Android e potranno accedere ai servizi di google, gli stessi a cui è possibili accedere da smart-phone, smart-watch, tablet, PC e TV.


Ed ora eccoci all'ormai classico appuntamento con il DIY:



Ubuntu Phone e Sailfish OS (...e Cyanogen OS?)



Non solo dtek50 e pi 3 hanno ricevuto aggiornamenti software di sicurezza. Anche Sailfish OS ed Ubuntu Phone hanno ottenuto degli upgrade firmware incentrati principalmente sulla correzione di bug.

Per quanto riguarda l'OS di canonical, finalmente ad inizio mese è stato rilasciato l'OTA-14 (qui tutti i fix apportati) ed io l'ho subito installato sul mio bq aquaris e4.5 (qui tutti i miei focus al riguardo). Tra le novità più importanti: la nuova interfaccia per la schermata di login e quella di multitasking, e qualche nuova icona tra le app di sistema; per il resto solo bugfixes (anche se qualcuno molto importante, come quello che impediva la segnalazione delle notifiche quando lo schermo era in standby).


Per quanto concerne invece l'OS di jolla, beh la nuova versione 2.0.5.6 è stata aperta a tutti poiché considerata stabile.
Quello che invece è più interessante sottolineare è come Sailfish OS sia ora l'unico sistema operativo alternativo ad Android certificato dal governo russo. In più l'azienda ha voluto dare dimostrazione delle peculiarità della propria UI, facendo un porting demo dell'OS su di uno smart-watch Androidwear.


Ed è proprio da quest'ultimi accadimenti che voglio partire per esprimere un piccolo pensiero sui 3 sistemi operativi alternativi ancora rimasti sul mercato. Come sappiamo Firefox OS (qui tutti i focus al riguardo) ci ha abbandonato, ma Cyanogen OS, Sailfish OS ed Ubuntu Phone... mmm... siamo sicuri che non siano da meno?

L'azienda fondata da Steve Kondik lo ha lasciato a piedi e probabilmente l'incarnazione commerciale della MOD più famosa al mondo cambierà nome (in Lineage OS). Come abbiamo visto, poi, nel corso degli ultimi mesi è stata abbandonata l'idea di creare un sistema operativo completo e indipendente, cercando di puntare su piccoli moduli rivendibili con più facilità (le MODS).

Sailfish OS non riesce a sfondare: è sullo jolla, è sul tablet (abbandonato), è sullo jolla c (immesso sul mercato senza supporto e solo per un numero limitatissimo di fan) e sull'intex aqua (quanti ne avran venduti?). Tutti gli altri telefoni e/o accordi non si sono ancora materializzati (il turing phone si è confermato praticamente una bufala, il porting ufficiale sul fairphone 2 per ora è rimasto un passatempo ed i millantati nuovi device in arrivo da produttori russi dove sono finiti?).
La start-up finlandese è riuscita ad avvicinarsi al governo russo (allontanando tutti gli altri?) e forse ha risolto i propri problemi finanziari (o almeno in parte). Una scelta che probabilmente porterà l'OS a diventare ancora più di nicchia e che sta vedendo decimare le schiere dei già pochi sviluppatori europei.

Ubuntu Phone: dove sono i nuovi dispositivi? Ok che tacitamente tutti sapevamo di dover attendere fino all'MWC2017, ma sia bq che meizu hanno praticamente confermato di non essere al lavoro -al momento- su nessun nuovo device, e quelli "vecchi" non sono più in vendita da mesi...


Insomma, io l'ho scritto, ripetuto, affermato e ribadito più e più volte: sarebbe davvero un peccato veder morire questi progetti. La concorrenza deve esserci: iOS ed Android sono diventati praticamente lo stesso sistema operativo, e la parte negativa di tutto ciò è l'appiattimento conseguente che non ricade solo nel mondo mobile, ma va ad intaccare anche quello di tutti gli accessori e strumenti ad esso connessi.



Philips 50put6400/12 e Androidtv



Dopo avergli dedicato un articolo intero qualche giorno fa, oggi ho qualche brevissima aggiunta da fare sulla piattaforma, Androidtv, che muove il philips 50put6400/12 (qui tutti i miei focus al riguardo).

Tanto per cominciare, sony sta rilasciando Marshmallow per alcuni dei propri televisori: chissà che l'azienda olandese non recepisca e provveda a fare qualcosa per la propria line-up...
Dopodiché vi segnalo l'arrivo dell'app di Vimeo, Prime Video (almeno per i TV sony), VUDU Movies, le preview su Netflix con l'aumento di contenuti HDR, ed alcune modifiche all'app Play Movies. Chissà se (e quando) arriveranno i contenuti 4K sullo store di BigG anche philips dovrà aggiornare il mio TV per poterli riprodurre? Speriamo di no, sennò... date le premesse...



Amazon Fire e Servizi



Anche al piccolo fire (qui tutti i miei focus al riguardo) di amazon ho da poco dedicato un articolo intero, ed anche per lui oggi ci sono interessanti novità.

Intanto il gigante dell'e-commerce ha rilasciato un piccolo update correttivo, 5.3.2.1, che ha integrato sui dispositivi con Fire OS l'ennesimo nuovo servizio: Amazon Rapids.

Parlando di servizi, amazon ha ufficializzato anche in Italia uno dei tasselli più importanti della sua offerta: Prime Video. Compreso nel prezzo di Prime (19,90€ all'anno), il servizio è una sorta di Netflix, con tanto di contenuti esclusivi interessanti. Al momento il catalogo è praticamente vuoto, ma con il tempo si arricchirà e probabilmente comporterà un aumento del canone di Prime (ma queste sono speculazioni).

Intanto, io rimango sempre in attesa di giocare un po' con Alexa (neanche configurandola sul pi si riesce ad utilizzare...) e continuo a seguire la quantità immensa di prodotti che vengono immessi sul mercato e compatibili con l'assistente di amazon: le lampade da tavolo di ge, le prese smart di tp-link, le cuffie di ov, il telecomando universale di logitech, la casella di posta elettronica di aol, e l'applicazione di astra per iphone.

Insomma Alexa se la fa un po' con tutti tranne che con noi italiani...



Google Cardboard e Daydream VR



Il 2016 doveva essere l'anno della realtà virtuale: così non è stato, anche se per poco... Sicuramente è stato l'anno dell'inizio della diffusione della VR e soprattutto della grande popolarità per l'AR.

Al momento tre grandi nomi (google, sony e facebook/oculus) controllano praticamente metà del mercato VR, e non è assurdo leggere che -assieme ad altri player- abbiano perfino dato vita ad una associazione globale per la promozione della realtà virtuale.


Alla fine BigG ha le zampe un po' ovunque e quindi può spingere i propri interessi su più fronti. Adesso ha deciso di spingere con forza sulla realtà virtuale e quindi l'ha portata in fretta anche su Chrome. E non ha mancato di fare accordi addirittura con potenziali concorrenti, vedi SpatialOS.

Daydream e Cardboard (qui tutti i miei focus al riguardo) sono le due piattaforme su cui oggi si stanno lanciando la maggior parte degli sviluppatori, perché sono quelle più economiche e che hanno un maggior numero di utenti, ed è per questo che si assiste su base quotidiana all'arrivo di nuovi titoli da provare: lego brickheadz, life vr - Pearl Harbor, netflix, need for speed no limits, facebook live in 360° e perfino i blog di wordpress in 360°.



Dispositivi companion: Yi 4K e Pebble Steel?



A chiudere la puntata due accessori: l'action cam di xiaoyi technology e pebble.

Per quanto riguarda la yi 4K action camera (qui tutti i focus al riguardo) nessuna novità particolare, se non il fatto che sto aspettando da mesi ormai il rilascio del gimbal ufficiale: ma quanto tempo ci vuole per portarlo in commercio?
EDIT: yi ha appena lanciato il suo store ufficiale (per lo meno in USA), con tanto di accessori per tutti i suoi prodotti... Ma il gimbal non è acquistabile separatamente??! =(

Il brand cinese continua a rinnovare la propria applicazione companion per Android ed iOS (soprattutto per quest'ultimo sistema operativo mobile) portando piccole migliorie e bug fixing su base quasi bisettimanale.





Invece per quanto riguarda la start-up nordamericana, beh, ormai lo saprete: pebble è stata chiusa e parte dei sui dipendenti sono stati assunti da fitbit che ha acquisito patent e diritti su molti degli aspetti chiave di Pebble OS. Qui la nota ufficiale dell'azienda acquirente americana.

L'accordo non prevede la divisione hardware, per questo motivo tutti i dispositivi finora immessi sul mercato nonché i progetti futuri (anche già finanziati dagli acquirenti via kickstarter) sono stati annullati.

Una triste notizia: pebble è riuscita a creare un segmento di mercato che non esisteva, ma non ha saputo cavalcarlo. Una lezione che rimarrà nella storia e che ha portato con sé momenti felici e momenti meno felici, e che dimostra che saper innovare non basta: occorre costruire sul seminato.

Pebble OS è il secondo OS che muore ufficialmente nel 2016 (dopo Firefox OS), se non vogliamo contare i morti viventi che camminano, ma continuerà a pulsare almeno per tutto il 2017 (finché fitbit non staccherà la spina ed integrerà alcune delle sue funzioni in futuri device, tutti ancora da progettare).
Il mondo degli smart-watch non riesce a "trovare la quadra": per come si è configurato oggi, effettivamente, non è che sia così indispensabile. Gli utenti preferiscono i fitness tracker che fanno quel qualcosa che lo smart-phone non fa e costano decisamente molto meno, e nessuno vuole una miniaturizzazione del cellulare sul polso (capito apple e google?!).

L'azienda fitbit punta proprio a questo: rendere ancora più smart i propri prodotti, che stanno iniziando a subire attacchi da sempre più concorrenti. Unire l'esperienza maturata con Pebble OS a quella pluri-affermata dei propri tracker ed ecosistema può essere la carta vincente per continuare a dominare.
Personalmente non sono un gran fan di fitbit, principalmente per la chiusura dei suoi prodotti, ma sicuramente sono indubbi leader del settore.


In bocca al lupo a tutti i vecchi dipendenti di pebble: che il 2017 possa essere un anno decisamente migliore di quello che sta finendo.



E questa era l'ultima notizia, non mi resta che salutarvi...
Ci sentiamo presto, anche se sicuramente dopo Natale. Perciò abbuffatevi e fate i bravi...!

Ciao =D