21 giugno 2016

Tutto ciò che puoi immaginare è reale (cit.)


Sono trascorse 4 settimane e questo articolo non riuscivo proprio a buttarlo giù. Ora ho finalmente capito il perché...

Dal 18 al 21 Maggio si è tenuto il Google I/O 2016, l'ultima edizione dell'evento annuale che da anni permette al colosso americano di mostrare agli sviluppatori (e al mondo intero) la direzione verso la quale volgeranno gli sforzi dell'azienda nei mesi a venire.

Quest'anno, però, per la prima volta qualcosa è cambiato. E non sto parlando della location, che dallo storico Moscone Center in San Francisco è stata spostata allo Shoreline Amphitheatre in Mountain View (alcune foto del playground), né del fatto che Google ora è una sussidiaria della compagnia madre Alphabet.

Il keynote iniziale della tre giorni (l'evento di più risonanza) non è stato palcoscenico di innovazione, quanto più di semplici, scontate o anticipate evoluzioni.

BigG nelle scorse edizioni ci aveva allietato con presentazioni spettacolari (vedi la dimostrazione del Project Glass nel 2012), discorsi toccanti (come quello conclusivo di Larry Page all'I/O del 2013), ad aperture epiche (come la macchina celibe del 2014) o ad invenzioni forse fin troppo premature (come quelle mostrate nella sessione della divisione ATAP dello scorso anno).

Nel 2016 niente di ciò che è stato detto, fatto, mostrato o anticipato ci ha fatto strappare i capelli o desiderare di saperne di più. Non ho usato il verbo "anticipare" a caso: gran parte dell'evento è stato un anticipare di servizi, prodotti o software che sarà rilasciato prima o poi in un si-spera-prossimo futuro.

Ma andiamo con ordine...


Per chi se lo fosse perso, questo è il video integrale del keynote del Day 1 (visibile in 360°):


Invece qua potete trovare la playlist completa di tutti gli speech che sono stati pubblicati su YouTube.


A differenza degli scorsi anni non ho intenzione di commentare punto per punto tutte le novità introdotte, anche perché è passato ormai un mese e probabilmente non avrebbe nemmeno molto senso farlo. Ciò non toglie, però, che non vi possa riportare i principali argomenti trattati, con qualche link esterno per approfondire.


Machine Learning (e AI)


Non è certo un segreto che Google sia leader nel campo dell'intelligenza artificiale e del machine learning. I progressi fatti negli anni passati (anche grazie all'introduzione di tanti servizi come Now, Voice, Photos o il Knowledge Graph stesso) han fatto sì che l'azienda di Moutain View abbia perfezionato la capacità di interpretare il mondo circostante e di connettere assieme informazioni e dati in modo molto efficiente.

Grazie agli avanzamenti in questo campo, molti dei prodotti finora resi pubblici dall'azienda (e che milioni di persone usano quotidianamente) sono stati decisamente migliorati nel corso degli anni.

Ma ora Google è pronta a spingerli verso un nuovo livello.

  • Google Assistant è la naturale evoluzione di Search e Now (e di tutto ciò che può venir fuori unendo i dati di Maps, Calendar, Voice, Gmail o qualsiasi altro servizio del colosso americano). In più in futuro verrà aperto a terzi (tramite APIs) e fa del contesto il suo punto di forza.
    Stiamo parlando di un assistente personale in grado di conversare con noi (tramite il linguaggio naturale), di appoggiarsi a tutte le (immense) informazioni che è in grado di recuperare su di noi e, volendo, estrapolandole anche da banche dati di terze parti.
    Ma non si tratta di un assistente tradizionale come Siri o Alexa a cui chiedere di compiere una azione: stiamo parlando di una sorta di aiutante in grado di guidare l'utente nell'utilizzo dell'ecosistema stesso di Google. E infatti, almeno per ora, non si tratta di un programma a sé stante o di un qualcosa che si possa utilizzare direttamente: no, esso vive all'interno di Home ed Allo.
  • Google Home è un device che sarà messo in vendita a partire dal prossimo autunno (per lo meno negli USA) che vive su Assistant. Una sorta di Amazon Echo fuso con la tecnologia Cast e potenziato da ciò che muove Google stesso. Un dispositivo con cui interagire ed ottenere risposte: un volto (ed una voce) per Assistant.
    Sarà in grado di schedulare eventi, interagire con servizi di terze parti per comprare i biglietti del cinema o prenotare nei ristoranti, di proiettare sulla nostra TV un film che abbiamo noleggiato o avviare la riproduzione musicale sullo stereo, controllare le luci in casa o chiudere per noi porte e finestre... Più o meno qualsiasi cosa sia possibile fare oggi con le applicazioni sul nostro smartphone, tablet o PC, un domani potrà essere completata con la nostra voce tramite Home ed Assistant.
  • Allo e Duo sono due nuove applicazioni che arriveranno in estate per Android ed iOS. La prima è l'ennesima app di messaggistica istantanea, integrata con Assistant; la seconda è una app per le video-chiamate.
    Tralasciando l'ignoto motivo per il quale le funzioni offerte da queste due nuove applicazioni non siano state integrate in Hangouts, non c'è poi così tanto di innovativo in esse: Allo è una sorta di risposta a Whatsapp e Messenger (le due app di IM più popolari al mondo ed entrambe controllate da Facebook), mentre Duo va a competere con FaceTime di Apple e le mille altre alternative esistenti.
    Ammetto che ci sono funzioni simpatiche in entrambe, ma c'era veramente la necessità di crearle? La parte più interessante è ovviamente l'integrazione con Assistant che impara da ciò che facciamo e permette di modificare completamente l'interazione tra noi ed i nostri interlocutori.



Google Assistant è un "prodotto" controverso: un ponte con la costellazione dei servizi esistenti lì fuori e permette di chiedere per ottenere informazioni senza, però, renderci direttamente consapevoli di come sia stata completata l'azione richiesta.
Una volta entrato nelle nostre chat, Assistant sarà in grado di interagire con i partecipanti (Google assicura che nessuna informazione privata verrà memorizzata, sarà vero?) analizzando immagini, testi o qualsiasi altra informazione a video. E, soprattutto, una volta entrato nelle nostre case, tramite Home, sarà in grado di capire meglio le nostre abitudini e cosa facciamo nel quotidiano.

Un sistema del genere può aver successo solo se risulterà essere completamente trasparente a e naturale per l'utilizzatore, e Google promette tutto ciò grazie alle reti neurali e al machine learning.



E questa è forse la vera chiave di lettura dell'intero I/O 2016. BigG sta scommettendo tutto su tali tecnologie, sfruttando l'AI in ogni direzione perfino nel mondo dell'arte: Project Magenta (costruito su TensorFlow) è un esempio lampante delle sperimentazioni in corso.

Per approfondire:



Android (e Chrome OS)


Seconda tematica: sistemi operativi!

Android è il sistema operativo per dispositivi mobili (e non) più diffuso al mondo. Google ovviamente lo sa e continua a svilupparlo, potenziarlo e a puntarci tantissimo, ma soprattutto a favorirne l'adozione da parte di una rete sempre più vasta di produttori partner.


Quest'anno, però, le prime versioni alpha della futura incarnazione N del robottino verde erano già state rilasciate pubblicamente con diverse settimane di anticipo, perciò non ci sono stati parecchi colpi di scena. BigG ha approfittato dell'occasione per rilasciare la prima beta della nuova versione e a suggerire il rilascio per i prossimi mesi.

Tra tutte le caratteristiche presentate, grande rilievo è stato dato alla modalità a bassa latenza appositamente studiata per applicativi VR. Questo potrà permettere -finalmente- la democratizzazione della realtà virtuale, molto più di quanto la piattaforma Cardboard sia riuscita a fare fino ad oggi.

Altra interessantissima feature è quella degli aggiornamenti seamless, grazie ai quali i futuri dispositivi con Android N saranno in grado di installare automaticamente in background gli update di sistema.


Come al solito, un anno di sviluppi si tramuteranno in un'immensità di nuove funzionalità ed APIs per gli sviluppatori: davvero tanta tanta roba per loro quest'anno, dall'apertura di Firebase alle immense nuove possibilità di interagire con l'ecosistema di BiG (da quello Business a quello rivolto all'Educazione), dalle funzionalità awareness fino alle nuove features pensate per le tre piattaforme derivate dal robottino verde.




Nel complesso niente di fantasmagorico o eccezionalmente innovativo: parola d'ordine evoluzione!

Evoluzione anche per il mondo dei pagamenti: Androidpay arriverà sul web e nei bancomat, naturale passaggio dopo l'avvento nel mobile.

Ben più interessante, invece, le Instant Apps: la possibilità di avviare in un istante parti di una applicazione non necessariamente installata sul telefonino, semplicemente cliccando su di un link. Ma ci vorrà ancora molto tempo prima essa diventi realtà (si parla di non prima del 2017).


Piccola nota: anche Chrome OS ha ricevuto parecchie attenzioni, con l'arrivo del Play Store e le innumerevoli apps installabili anche sulla piattaforma per computer di Google. I Chromebooks stanno riscuotendo parecchio successo e per i futuri modelli (con l'arrivo in Settembre dello store di Android) filosofia e possibilità d'uso verranno completamente mutate.

Per approfondire:


Virtual Reality


Terzo pillar: la realtà virtuale.

Il 2016 doveva essere l'anno in cui la VR sarebbe divenuta main-stream, e invece -come solitamente accade- se ne riparlerà fra più di qualche mese. Google c'ha già puntato molto (e continuerà a farlo, come dimostra anche il cambiamento ai vertici della divisione interna appositamente creata per la VR) sia creando la piattaforma Cardboard (portandola perfino su iOS), sia spingendo i video a 360° via YouTube, sia creando storie interattive virtuali via Spotlight Stories.

Ma evidentemente, nonostante i molteplici e diversi successi ottenuti, tutto ciò non è stato completamente sufficiente... Soprattutto perché le tre direzioni intraprese non coprono tutti gli scenari possibili a cui, tra l'altro, vari competitor stanno puntando molto. Ed è per questo motivo che a Mountain View hanno iniziato a lavorare ad una nuova piattaforma, questa volta molto più vicina ad Android, che esordirà a fine anno: Daydream VR.


Il nuovo ecosistema permetterà di accedere a contenuti specificatamente studiati per la realtà virtuale che potranno essere goduti tramite device appositamente sviluppati per garantire la miglior resa possibile. E Google ha perfino definito le specifiche per un ipotetico visore + controller pensati proprio per godere appieno dei futuri titoli VR.

Con il fatto che Daydream sarà integrato in Android N, Google prevede che milioni di utenti in futuro avranno accesso ad una piattaforma pensata per la realtà virtuale, e questo non potrà far altro che favorirne lo sviluppo negli anni a venire.

Per approfondire:


I "projects"


Prima di chiudere, un veloce sguardo anche ai vari progetti di ricerca di Google, che -finalmente- sembrano essere in dirittura d'arrivo sul mercato.



Già nel 2015 avevamo sentito parlare di tutti loro e per quest'anno ci si aspettava il loro completamento. La realtà è che dovremmo attendere. Ancora... Ma non per tutti!


  • Project Tango è, tra i tanti, il progetto più avanti con gli sviluppi. Già da Settembre, grazie a Lenovo, arriverà sul mercato il primo dispositivo commerciale (Lenovo Phab2 Pro) con integrata tale tecnologia che, in generale, è stata incorporata direttamente in Android N e quindi sarà disponibile per qualsiasi altro produttore.
    Se non sapete di che cosa si tratti, correte a leggere qui. Lo scopo principale comunque è quello di portare la realtà aumentata nel mondo degli smart-phone grazie all'adozione di alcuni sensori (di rilevamento di movimento, di profondità e chiaramente quello fotografico) che permettono al device di capire in che posizione dello spazio esso sia posizionato (XYZ). A quel punto è possibile "sfruttare" il mondo che ci circonda per costruire una miriade di applicazioni che fino ad oggi era impossibile anche solo immaginare: navigazione in interni (dove il GPS non viene rilevato), videogiochi che interagiscono con lo spazio circostante, app interattive di arredamento di interni, e chi più ne ha ne metta.
  • Di Project ARA, invece, se ne era persa completamente traccia, tant'è che in molti pensavano fosse stato addirittura cancellato (vista anche l'uscita da Google di due degli elementi chiave al comando del team di sviluppo).
    E invece il progetto va avanti e, anzi, è previsto l'arrivo sul mercato nel corso del 2017 con anche un modello dedicato agli sviluppatori già entro la fine dell'anno. Purtroppo, però, la filosofia che c'era alla base è stata in qualche modo stravolta:
    • per prima cosa sarà Google stessa a produrlo e quindi diverrà il primo vero smart-phone creato "in casa" dal colosso americano;
    • l'ecosistema di moduli sarà fortemente controllato da BigG e sarà lei a validarli e, chiaramente, solo quelli validati saranno riconoscibili dal dispositivo;
    • SoC, RAM, display e altre componenti core non saranno più moduli separabili, ma le uniche componenti modulari saranno fondamentalmente le periferiche esterne come fotocamera, batteria, speakers e altre in via di definizione.
      Che cosa comporta tutto ciò? Beh fondamentalmente che il device non sarà completamente aggiornabile nel tempo ma, al pari di LG G5 o Lenovo Moto Z, avremo giusto qualche componente con cui estendere le funzionalità base. Funzionerà, non funzionerà, vedremo... Di certo l'idea iniziale di un device completamente modulare per il momento è stata messa da parte.
  • Il team dietro Project Soli, la tecnologia che permette di sfruttare le onde radio per controllare dispositivi di ogni genere, in collaborazione con LG ha finalmente costruito un primo dispositivo dimostrativo: si tratta di uno smart-watch che può essere controllato con i gesti senza dover fisicamente toccare il device. Inoltre, il team con la collaborazione di Harman ha anche realizzato uno speaker che, sempre grazie alla stessa tecnologia, è controllabile con i gesti della nostra mano.
  • Il team dietro Project Jacquard, la tecnologia che punta a rendere smart i tessuti, in collaborazione con Levi's porterà sul mercato nel corso del 2017 la prima giacca in grado di controllare il nostro smart-phone. Fondamentalmente il tessuto sarà in grado di trasmettere alcuni nostri gesti (effettuati per sfregamento su di esso) via Bluetooth al telefonino che corrisponderanno a determinate azioni, come rispondere ad una telefonata e quant'altro.

Per approfondire:



Che cosa è rimasto del Google I/O 2016?

Ho cercato di riassumere il più brevemente possibile tutti gli argomenti principali trattati: potremmo andare avanti per ore (o mesi, visto il ritardo con cui ho pubblicato questo articolo) a discuterne. Rimane il fatto che di "vere" novità non se ne sono viste.

Fa molto piacere sapere di progetti secondari come Tango (probabilmente l'unica vera rivoluzione del 2016), ARA, Loon e gli altri finalmente pronti per essere lanciati sul mercato nei mesi a venire. Ma di tutti quanti ne eravamo già venuti a conoscenza più di 12 mesi fa (se non anche prima).

Fa anche molto piacere scoprire che BigG stia puntando fortissimo sul machine learning e che abbia ottenuto risultati così soddisfacenti da portarli agli utenti tramite prodotti HW e SW. Ma, nuovamente, si tratta di sola evoluzione del lavoro costruito nel tempo.

Fa ancora più piacere sapere che Android e Chrome OS continuino ad essere i punti nevralgici delle operazioni di Google. Ma qualcuno poteva pensare che non lo fossero più?
Gli annunci di Android N, le Instant Apps, le nuove API per gli sviluppatori o le apps Android su Chrome OS erano tutte cose già ampiamente note, attese o facilmente prevedibili.

Lo stesso vale per Daydream e il mondo della realtà virtuale: sono quasi due anni -ormai- che non si parla di altro, e tutti i grandi player (e non) sul mercato hanno già fatto le loro mosse in merito (a proposito, ma Apple?). La creazione di una piattaforma completamente dedicata alla VR ed integrata in Android non è altro che una risposta all'andamento del mercato.


Il 2016 probabilmente non sarà ricordato per grandi rivoluzioni, quanto più per l'assestamento (appiattimento?) di un mercato che chiede (o forse no?) novità che purtroppo faticano ad arrivare...

Di seguito i link a vari resoconti delle testate che hanno partecipato all'evento:


E voi che ne pensate?