20 gennaio 2015

mozilla "flame" recensione - the adaptive phone!


Bene, ci siamo!

Dopo aver studiato a fondo il dispositivo, eccomi giunto alla recensione finale del mozilla flame!

Prima di iniziare vi ricordo tutti i focus sul dispositivo: unboxing e specifiche, il primo avvio del terminale, e la panoramica completa su prestazioni, apps e multimedialità.

Si parte!

La storia del flame è strettamente legata a quella di Firefox OS come piattaforma e al motivo stesso della necessità di creare l'ennesimo ecosistema.


Nel 2011 Andreas Gal (Director of Research, Mozilla Corporation) annunciava l'interesse da parte della sua azienda nel creare un sistema operativo per portare l'open web anche sui dispositivi mobili.

Da quella breve nota in una mailing list, in poco più di un anno si passò ai fatti: era l'estate del 2012 quando alcune anteprime reali del nuovo OS cominciavano ad essere mostrate in pubblico, dopo le prime avvisaglie al MWC dello stesso anno.


Solo qualche mese più tardi (verso la fine dell'anno) il sistema operativo, che aveva ormai abbandonato il nome in codice Boot 2 Gecko (B2G), giungeva alla prima release stabile (la 1.0).

E, così, un paio di mesi dopo, al MWC 2013, Mozilla ne annunciava il rilascio globale sotto il nome di Firefox OS, affiancata da una serie di produttori partner (tra cui LG, ZTE, Huawei e TCL) pronti a commercializzare la prima ondata di smart-phone dotati proprio di tale OS.



La piattaforma era chiaramente ancora immatura rispetto alla concorrenza:
  • iOS di Apple era alla sua sesta incarnazione con l'iPhone 5 e l'iPad di 4ª generazione già sul mercato
  • Android aveva raggiunto l'ampia maturità con il ramo 4.2 Jelly Bean, installato sia sui telefoni (Nexus4) che sui tablet (Nexus7)
  • e addirittura Windows Phone cominciava ad uscire dal bozzolo con il rilascio della versione 8.

Ma le tre piattaforme non erano le uniche sul mercato, seppur le più diffuse:
  • Symbian era ufficialmente morto da tempo (anche se un po' di market share ancora lo aveva)
  • WebOS era stato abbandonato, ed i sorgenti erano confluiti in OpenWebOS
  • e -la ancora all'epoca- RIM (di lì a poco solo BlackBerry), senza più l'appeal di una volta, stava mostrando le prime demo dell'incarnazione 10 del suo BlackBerry OS.

Pochi altri esperimenti, come MeeGO, Bada o addirittura LiMo, erano stati uccisi sul nascere o abbandonati in corsa, o ancora confluiti in altri progetti di cui però non ce n'era traccia sul mercato (Tizen su tutti).



Di lavoro, insomma, ce n'era davvero tanto da fare per dare credibilità all'ennesima nuova piattaforma nascente. E nel corso del 2013 gli sviluppi furono serrati, tant'è che diverse nuove features vennero aggiunte.

Alla fine dell'anno una nuova release era pronta: la 1.3.



Ma l'idea alla base di tutto era che l'hardware non dovesse essere considerato il veicolo per la diffusione, quanto più ciò che i dispositivi stessi fossero capaci di eseguire e dare agli utilizzatori.

Il perché di Firefox OS, infatti, non è da ricercare nella classica visione "applicazione scritta appositamente per tale piattaforma" (quello che accade su iOS, Android, Windows Phone, etc...). Quanto più nel volere sfruttare lo stack di tecnologie aperte e standard che già popolano il web.

Ma non solo!
Anche di ampliarlo questo set di API esistenti, aggiungendone di nuove (anch'esse pubbliche e standard), e di sfruttarle per permettere al web stesso di interagire con le componenti del telefono.

Di ogni telefono.


Per questo motivo la piattaforma di Mozilla è stata pensata fin da subito per quei dispositivi non top di gamma, ma anzi indirizzata alla fascia bassa del mercato, così da poter raggiungere il più velocemente possibile il più grande numero di utenti. Ma, soprattutto, per potersi avvicinare a quei mercati in cui l'acquisto di uno smart-phone è decisamente ancora proibitivo per la maggior parte delle persone; e nei quali, nei prossimi anni, sempre più utenti si avvicineranno al web da mobile.

Oggi esistono tantissimi siti web (più nello specifico applicazioni web) che possono essere accedute da qualsiasi piattaforma. Ma quello che accade è che esse sono molto limitate rispetto alla controparte scritta appositamente per una specifica piattaforma. Questo perché i vari sistemi operativi presenti sui dispositivi mobili non permettono ai siti web di accedere all'hardware che muove i device stessi.

Ed è proprio questa la sfida: portare uguaglianza tra applicativi web ed applicazioni native (scritte cioè con linguaggi specifici e differenti per ogni sistema operativo). Liberando gli sviluppatori dalle imposizioni delle piattaforme che, solitamente, adottano soluzioni closed, proprietarie e non standard.



Ma si sa che l'evoluzione di una piattaforma, di qualsiasi natura essa sia, non può essere portata avanti senza un hardware di riferimento.
I primi dispositivi a montare Firefox OS erano prodotti commerciali, il cui avanzamento alle nuove versioni era demandato ai rispettivi produttori. E, inoltre, i produttori non avevano un esempio da seguire nella progettazione e realizzazione dei loro device.

Occorreva qualcosa, quindi, che potesse guidare lo sviluppo dell'OS, aiutare i developer a migliorare le applicazioni (in modo da, ad esempio, renderle godibili anche su hardware poco prestante), ed in qualche modo dare delle linee guida per tutti i produttori partner.



Fu così che al MWC 2014, Mozilla presentava il suo primo dispositivo pensato appositamente per raggiungere i suddetti obiettivi: il flame.

Quella fiamma che potesse accendere definitivamente il focolare del suo ecosistema.



Solo nell'estate dello scorso anno, però, Mozilla riusciva ad avviarne la commercializzazione, e solo nei mesi autunnali il dispositivo riusciva a raggiungere una quantità discreta di addetti ai lavori, anche grazie alle varie donazioni fatte da Mozilla agli stessi (ad esempio al Mozilla Festival).

A fine 2014 l'ente annunciava, inoltre, il completamento della versione 2.0 del suo sistema operativo, il cui rilascio deve essere ancora ultimato. E, assieme ad esso, anche l'avvio di ben 2 rami di sviluppo, il 2.1 (in ultimazione) ed il 2.2 (nightly), costruiti anche attorno al flame.



Il flame è un device particolare: non ha una posizione chiara nel mercato, poiché ha specifiche decisamente più elevate rispetto alla media dei dispositivi dotati di Firefox OS, ma allo stesso tempo ha componenti interne che possono essere paragonate alla fascia bassa degli altri sistemi operativi sul mercato.

Dispositivi similari (con grosso modo le stesse caratteristiche) in Android o Windows Phone possono essere rispettivamente il Motorola Moto E od il Microsoft Lumia 535.
Capite bene quindi che da una parte stiamo parlando di un dispositivo con componenti economiche, ma dall'altra di hardware comunque superiore alla media di quello utilizzato negli altri prodotti Firefox OS.

Del resto se l'obiettivo è raggiungere quei mercati in cui è esoso spendere 100$ per uno smart-phone, allora è necessario tagliare sulle componenti utilizzate.


Ad ogni modo, il risultato del lavoro dei quattro team (Mozilla, T²Mobile, Alcatel ed Everbuying), visto che Mozilla non ha una struttura aziendale in grado di seguire il completo sviluppo di prodotti fisici, non ha le pretese di essere un prodotto commerciale.

Esso è come un dispositivo nexus nel mondo Android, è pane per una nicchia ben precisa. Tant'è che già a fine 2014 esso non era più acquistabile, poiché aveva espletato il compito di diffusione tra gli addetti ai lavori.

Il flame è nato per loro, e sotto questa rigida imposizione ne vanno analizzate le caratteristiche.



Per le specifiche tecniche rimando al relativo articolo (o al video linkato in calce): ora voglio concentrarmi su altri aspetti che finora non ho toccato.

Il dispositivo, viste le dimensioni, si tiene abbastanza comodamente in mano, il peso di circa 160g si fa sentire ma restituisce una sensazione di robustezza e solidità. I materiali utilizzati, anche se non particolarmente ricercati, aiutano il grip poiché gommati, ed in qualche modo aiutano anche a non far sbilanciare troppo in avanti il corpo del dispositivo.

Come detto già più volte, questo dispositivo non è stato studiato per convincere il pubblico né sul device in sé, né ad adottare Firefox OS come propria piattaforma di fiducia. Ma è stato, invece, costruito per aiutare gli sviluppatori ad ottimizzare le proprie applicazioni, e per guidare gli avanzamenti dell'OS.

Per questo motivo, ad esempio, il quantitativo di RAM a disposizione è configurabile a piacere. Lo sviluppatore può, infatti, con semplici comandi impostarne la quantità desiderata da un minimo di 256 MB ad un massimo di 1 GB, in modo da poter effettuare test mirati.

E lo stesso dispositivo può essere aggiornato con davvero tanta semplicità a qualsiasi versione dell'OS (dalla stable 1.3 alla nightly 2.2), grazie all'assenza di qualsiasi blocco nel bootloader o di protezioni di alcun tipo.
E anzi, è altamente consigliato provare le nuove release che vengono pubblicate, proprio per contribuire attivamente all'evoluzione della piattaforma.



Firefox OS è un sistema open source e a codice di sviluppo aperto, a differenza di tutti gli altri OS come iOS o Windows Phone che sono completamente chiusi, o anche Android che è sì open (anche se non in tutte le componenti), ma il cui sorgente viene rilasciato solamente a sviluppi terminati.

Questo significa che è possibile vedere in tempo reale su cosa si sta lavorando ed è possibile contribuire come meglio si può: sia con semplici test sul sistema, sia proponendo nuovo codice o anche portando patch. Insomma, nel più puro stile open possibile.

E ciò è fattibile soprattutto perché non ci sono tecnologie proprietarie o chiuse in mezzo: tutto va avanti con soluzioni open e standard.
Ed il flame è sicuramente un ottimo punto di partenza per chi vuole perorare la causa di Mozilla.


Il Flame, inoltre, è anche un punto di partenza per gli altri produttori, che finalmente hanno delle linee guida per realizzare altri dispositivi compatibili con Firefox OS.

E difatti, dall'arrivo sul mercato del Flame, sono stati già presentati nuovi dispositivi con specifiche similari, decisamente più performanti rispetto alla prima generazione (2013) che aveva raggiunto il mercato.



Giudicare il Flame per l'hardware ha poco senso, visto che tutte le componenti sono state scelte per coadiuvare lo sviluppo del software che su di esse deve muoversi, e non sono certo state selezionate per la loro qualità.

Per questo motivo ad esempio le fotocamere sono solo nella media, il display non sfrutta alcuna tecnologia per migliorare la resa dell'immagine, e anzi il vetro che lo protegge non ha neppure alcuna protezione particolare o strato oleo-fobico o anti-impronta.
Neanche la risoluzione impiegata è elevata, sia perché probabilmente la piattaforma non è ancora pronta al 100%, sia per tenere bassi i costi di produzione di un dispositivo assolutamente non pensato per la larga scala.

Il GPS, invece, se la cava ed il processore, seppur base di gamma, con l'aiuto della tanta RAM a disposizione, riesce a muovere con fluidità e senza intoppi tutta l'interfaccia e le applicazioni.



Il lato interessante di questo dispositivo, quindi, è sicuramente più quello software. Che ne è anche motivo stesso di esistenza.
Firefox OS migliora -ovviamente- di versione in versione, e con il nuovo ramo 2.x si è tentato anche di allontanare l'interfaccia dall'idea di clone delle piattaforme più diffuse, andando in cerca di una identità personale.

Sono arrivate perciò le gestures per passare da una app all'altra; è sparita la navigazione "in orizzontale" nelle home, in favore di una più pratica "in verticale" a riprendere il naturale utilizzo che facciamo sul web; è sparita l'inutile dock per le app preferite; e, sotto al cofano, è stato aggiornato il motore (nota: su questo aspetto ci tornerò prossimamente nel focus dettagliato che sto preparando su Firefox OS).



Il Flame è nato per dare agli sviluppatori una piattaforma coerente e consistente su cui adattare il proprio software. E la speranza è che gli stessi abbiano approfittato per mettere le mani su tale dispositivo.
O che lo facciano con le prossime evoluzioni che arriveranno.


Firefox OS porta al web una ventata di freschezza con nuove API (WebAPI) che Mozilla spera diventino standard, in modo che anche i siti web (grazie all'HTML5) comincino a dialogare senza problemi con qualsiasi device sottostante, indipendentemente dalla piattaforma utilizzata.
Ed il flame, anche in questo, va nella giusta direzione.


Se pensate all'uso quotidiano, esso non può passare la prova, e lo si capisce dalla bassa qualità delle antenne radio (la ricezione del segnale è sotto la media), o degli speaker davvero troppo potenti per essere utilizzati in santa pace durante le telefonate, e che restituiscono sonorità falsate o distorte.
E della bassa qualità del display ho già parlato.

Dove, invece, il dispositivo se la cava sicuramente è nella autonomia: la soluzione poco energivora di Qualcomm (lo Snapdragon 200) e la piattaforma davvero poco esosa di risorse (Firefox OS), permettono un uso a 360° che supera i 2 giorni completi.


Se pensate al Flame per lo scopo con il quale è nato, la sua flessibilità ed adattività, per dare un supporto a chi sviluppa, a chi contribuisce all'evoluzione dell'OS, e a chi vuole commercializzare nuovo hardware compatibile con Firefox OS... beh allora il dispositivo ha centrato l'obiettivo.

Facilità di emulare gli altri device cambiando i parametri della RAM; semplicità estrema nel provare qualsiasi build esistente dell'OS; e accesso a nuove componenti hardware con cui giocare per portare nuove funzionalità alla piattaforma.

Nessun altro dispositivo su nessuna altra piattaforma dà così tanto margine di libertà ai developer come invece fa questo Flame, e ciò è sicuramente un plus non indifferente per dare una spinta alla crescita di Firefox OS.



Dare un voto numerico al flame è complicato. Dipende molto dai punti di vista:
  • per l'utente normale, per chi non sviluppa, e per chi è disposto (era disposto, visto che non è più acquistabile) a spendere una cifra superiore rispetto a quella richiesta dalla concorrenza di pari fascia, il telefono può meritare un 5 e 1/2 o anche meno;
  • per l'utente esperto, sviluppatore, che sa che cosa ha acquistato e il perché lo ha fatto, il voto sale tranquillamente verso il 7 o l'8, per tutti i motivi sopra elencati.


Non mi resta altro che lasciarvi al video riassuntivo che ho registrato:




Come mio solito, prima di salutarvi, vi riporto qualche risorsa utile:


Nonché quelle poche recensioni (veramente poca roba e per lo più first-look o hands-on) che sono riuscito a trovare sulla rete:


Prossimo appuntamento: la mia recensione di Firefox OS.
A presto!