31 dicembre 2015

L'uomo medio non vuole essere libero. Vuole essere sicuro (cit.)


Ed anche quest'anno è trascorso.

Tra alti e bassi siamo giunti al trentunesimo giorno del dodicesimo mese, e la cosa che più ricorderò di questo 2015 ormai passato è sicuramente l'appiattimento generale della tecnologia.
L'era dei personal computer è finita da un decennio e quella del mobile è al suo (statico) picco storico, tanto che non fa quasi più stupore: si sta aprendo (o, più correttamente, si sta avvicinando al grande pubblico) la rivo-evoluzione promessa da IoT e VR/AR.

Il mondo, in costante crescita, ci sta -e starà- sempre più stretto, tant'è che c'è chi immagina un futuro -non così lontano- in cui l'essere umano trascorrerà gran parte del suo tempo in realtà virtuali alternative, isolandosi da quella in cui viviamo che sarà in qualche modo controllata dagli oggetti -le cose- in grado di comunicare tra loro e prendere decisioni in completa autonomia.

Difficile fare pronostici su come andrà veramente. Ma una cosa è certa: occorrono solide basi affinché si possa anche solo pensare di costruirlo un futuro del genere!

Ingredienti necessari?

Principalmente:
  • una robusta e libera rete mondiale/globale (#Cloud, #NetNeutrality, #Internet, ...)
  • facile e chiaro dialogo tra gli oggetti (#IoT, #IoE, #IoV, ...)
  • e tanta tanta sicurezza -a più livelli- (#CyberSecurity, #Privacy, #Government, #Surveillance, ...)


Come sono andate le cose finora?


Tra il 2014 ed il 2015 si è avuto il primo vero contatto con ciò che da anni viene definito come Internet degli Oggetti: soprattutto in casa, abbiamo visto l'arrivo di termostati intelligenti, lampade ed altri elettrodomestici controllabili a distanza o in grado di reagire a fattori esterni in modo completamente autonomo. Non sempre le cose sono andate (e andranno) come da programma, ma i primi piccoli passi si son fatti e la strada è ormai in discesa.

Le sfide da affrontare sono tantissime, ma si sa che quando gli interessi sono molteplici (e tanti gli attori coinvolti) le soluzioni arrivano e migliorano col tempo. L'IoT sarà il campo di maggior ricerca ed investimento negli anni a venire, e per questo è fondamentale capirne gli impatti e le implicazioni.
Non c'è da stupirsi se fra qualche tempo il nostro frigorifero farà acquisti direttamente al posto nostro o se l'automobile -senza guidatore- ci verrà a recuperare dall'altra parte della città: ogni cosa connessa alla rete sarà in grado di intraprendere azioni mirate quando sollecitata da particolari agenti possibilmente (ma non necessariamente) programmati da noi.

Il cloud è il motore ed il limite stesso di tutta la baracca, e la sua promessa di standardizzazione e semplificazione è seconda solamente alle leggi che lo regolano.

Da un lato, infatti, abbiamo il diritto ed il desiderio dei singoli individui alla privacy su informazioni personali ed uso che si fa dei tanti servizi offerti, dall'altra la necessità e la volontà dei governi e delle istituzioni internazionali di vigilare per garantire sicurezza e medesime opportunità a tutti i cittadini.


Pensare oggi ad Internet solo come una piccola parte della vita quotidiana è semplicemente assurdo: tutto passa da lì (dai servizi più frivoli a cose ben più serie) e, come premesso, ben presto non solo il singolo individuo ma anche il mondo attorno a lui genererà grandi quantità di informazioni/dati digitali.

Ottimo per tenere sotto controllo ogni dettaglio, drammatico per gli innumerevoli pericoli insiti.

In queste ultime settimane sono accaduti sciagurati eventi che hanno riacceso nuovamente le diatribe sulle grandi potenzialità della rete globale, evidenziando come la stessa possa essere utilizzata anche in modo maligno. I recenti attacchi a Parigi, coordinati tramite social network, servizi di messaggistica istantanea e -fondamentalmente- Internet (forse), ne sono uno degli esempi più drammatici. Con tanto di risposta da parte del popolo del web.

Ma senza soffermarsi necessariamente su catastrofi così immani, anche nel piccolo possono verificarsi disagi o incidenti sgradevoli se non sciagurati: non è del tutto impensabile immaginare in futuro elettrodomestici "ribellarsi" contro di noi o, per restare nel presente, subire furti o causare incidenti per colpa delle tante -troppe?- tracce che lasciamo costantemente on-line.

Per approfondire:

Ed è per questi motivi (in realtà non solo per essi, nel bene o nel male) che alcuni governi hanno iniziato a spingere maggiormente su leggi che in qualche modo possano regolamentare ciò che finora si è sempre lasciato crescere in modo selvaggio (di strumenti comunque ne sono sempre esistiti e falle sono state sfruttate).
Tralasciando le boiate relative a backdoor da preinstallare sui dispositivi da commercializzare (od opinioni demenziali su Internet ed il web) e altre soluzioni assurde che si sono pensate o proposte, forse un po' di chiarezza e certezze in più non farebbero male.

L'importante è che si agisca con criterio, cosa che purtroppo non è così scontata soprattutto quando ci sono tanti interessi in mezzo.
Infatti, molte nuove regole che si stanno portando avanti non solo non risolveranno i possibili problemi ma, al contrario, potenzialmente renderanno meno sicuri i nostri telefoni, tablet, computer o dispositivi elettronici in generale, e certamente mineranno le libertà individuali (ne sanno qualcosa in USA e in UK il cui eco riecheggia anche in Europa).

Per approfondire:


Proprio in questi giorni, nella cara vecchia Europa si è votato a favore (siamo sicuri?) della cosiddetta net neutrality, purtroppo creando le basi per un possibile futuro gran pasticcio (le preoccupanti fast lanes che minerebbero la neutralità stessa della rete).
Contemporaneamente si è anche votato per eliminare i cosiddetti limiti geografici oggi presenti, quelle barriere invisibili che impediscono ai cittadini europei in viaggio nel Vecchio Continente di accedere senza vincoli ai contenuti digitali all'interno degli stati facenti parte dell'unione. Ed in generale di creare un mercato unico in cui non esistano più barriere di esclusività tra stato e stato.
Un percorso interessante ma che certamente richiederà un lunghissimo periodo di assestamento (al pari della vicenda del roaming...).

Meglio tardi che mai...

Nella speranza che il buon senso prenda il sopravvento, e che ci siano regolamenti più sani ed efficaci, la rete deve ancora migliorare e proliferare così da rendere il sogno dell'IoT completo e globalmente funzionante.

Ne sanno qualcosa i big del settore come Google, Microsoft, Facebook e gli altri che stanno spingendo per portare l'accesso alla rete in tutto il pianeta.
Certo, la loro non è opera compassionevole: gli interessi sono altissimi, soprattutto per portare acqua al proprio mulino.

Ed è per questo che un controllo è necessario.


Una crescita sregolata può facilitare la diffusione di minacce alla sicurezza individuale o collettiva e anche a truffe a livello globale.

Non è un caso se durante l'anno ne abbiamo sentite di tutti i colori: da frodi alla lotteria o ai sistemi bancari a tantissimi altri malware nel mondo mobile, dalla ricerca dei nostri dati tramite le debolezze dei dispositivi che utilizziamo quotidianamente a falle sfruttabili per colpire TV, router e quant'altro, perfino alla rete VoLTE.

Sembra che durante il 2015 il malware sia in qualche modo diminuito ma le vittime sono aumentate, segno che gli attacchi si sono fatti più sofisticati ed efficaci (ed incominciano ad arrivare su piattaforme in precedenza lasciate in disparte).

Per approfondire:


Ma non voglio rovinarvi la festa parlandovi solo di note dolenti (anche perché, purtroppo, si potrebbe continuare molto a lungo).


Quello su cui volevo puntare l'attenzione (e che vorrei per il nuovo anno) è la necessaria speranza di una rete globale libera ed uguale per tutti, con protocolli sicuri ed efficaci che permettano lo scambio di informazioni tra persone e cose senza preoccupazioni o rischi.


E voi che ne dite?



Tanti auguri di un sereno nuovo anno tecnologico!