2 agosto 2015

Ma se non posso stare con lei, perché mi sento così? (cit.)


Ed eccoci giunti al capitolo conclusivo!

Ebbene sì: è passato un anno da quando ho spacchettato il oneplus one e, da allora, di acqua sotto ai ponti ne è passata davvero tanta.
Un fiume in piena...!

Per questo motivo, come ho già fatto per il motorola moto g, il google chromecast, il pebble steel e per lo jolla phone, oggi è giunto il momento di ripercorre tutto ciò che è accaduto negli ultimi 12 mesi in compagnia del phablet della start-up cinese. Con un piccolo sguardo a ciò che riserva il futuro...

Si comincia!

12 luglio 2014: unboxing e caratteristiche


1+ (oneplus) era venuta allo scoperto sul web nei mesi precedenti facendo discutere molto: il piccolo gruppo di ragazzi che la componeva (provenienti da ogni continente) aveva puntato tutto su forum, blog e web marketing per far parlare di sé.

E devo ammettere che, tramite iniziative a volte estreme (come lo Smash Phone od il concorso Ladies First), discussioni ed attacchi ai player più blasonati (la campagna Never Settle), informazioni centellinate sulle specifiche hardware e resoconti dettagliati sulla vita quotidiana del team (con tanto di lifelog del cane mascotte), erano riusciti a smuovere gli animi.

L'idea che professavano era che non fosse necessario spendere cifre astronomiche per acquistare uno smart-phone. E non stiamo parlando di un cellulare qualunque! Si parlava di un dispositivo che fosse un top di gamma, cioè un device equipaggiato con ogni possibile componente scelto tra i migliori sulla piazza, e che per certi versi fosse anche superiore a quelli immessi sul mercato dai brand più famosi.

Chiaro, perciò, che grazie alla risonanza data dalla blogosfera, dai vari contest che puntualmente venivano creati per far aggiudicare premi tra cui anche il telefono stesso, e grazie anche a varie affermazioni forti, la curiosità attorno al progetto era davvero tanta.


Un altro dettaglio, almeno nel mio caso, rendeva il tutto ancor più avvincente: il fatto che il sistema operativo preinstallato sul terminale sarebbe stato niente popò di meno che la CyanogenMOD (di più fra poco). Il firmware custom per eccellenza, sinonimo di personalizzazione ed ottimizzazione elevata, nonché estrema pulizia e funzioni aggiuntive e molto utili. Con tanto di garanzia di aggiornamenti futuri molto rapidi alle versioni del robottino verde che sarebbero state rilasciate nel tempo.

Mi iscrissi sul forum, e cominciai a partecipare a qualche contest. Ovviamente non vinsi nulla, ma il fatto stesso di essermi registrato sulla community di 1+ mi permise successivamente di ricevere in modo celere un invito per l'acquisto del device.

Già, gli inviti...
Non vi avevo ancora ricordato il vero motivo per cui il one attirò un gran numero di persone da tutto il mondo: l'esclusività necessaria per il suo acquisto. Averne uno avrebbe significato essere stati scelti, essere parte di una sorta di nicchia. Una sorta di prescelti.

Ad ogni modo, ebbi la possibilità di ordinarlo fin dal primo giorno, grazie all'invito che la stessa 1+ mi aveva inviato, e che sarebbe scaduto in sole 72h.
Ormai tutte le carte in tavola erano state scoperte ed effettivamente il oneplus one prometteva tanta roba!

Il miglior processore all'epoca sul mercato (Snapdragon 801-AC), tonnellate di RAM (ben 3GB!), tutte le connettività possibili (Wi-Fi Direct ac, BT 4, NFC, micro-USB 2.0 con OTG ed host), supporto al 4G LTE, tutti i sensori del caso, taglio di memoria da ben 64GB e due fotocamere che dai sample prodotti sembravano imbattibili e di cui la posteriore registrava video in 4K.

Il tutto per "soli" 299€!


Nel giro di un paio di giorni arrivava il pacchetto, e qui mi dovetti scontrare subito con l'unica caratteristica che fin dall'inizio non mi aveva fatto impazzire: il display.

Stiamo parlando di un phablet, ed il one disponeva di un LCD IPS gigantesco (5.5" full-HD).

Non avevo mai utilizzato un dispositivo così grande in precedenza, e devo dire che non mi ci trovavo molto.
Ma in 1+ avevano avuto due accortezze: la prima strutturale e la seconda legata ai materiali.

Il device è stretto ed alto, il che significa che, nonostante la padelleria del display, si riesce in qualche modo ad impugnarlo decorosamente con una sola mano. Inoltre, il dispositivo è costruito attorno ad un frame in magnesio che rende robusto tutto il corpo, ed il retro del device è realizzato con un materiale molto poroso che ne aumenta decisamente il grip e, quindi, ne migliora la presa.

Per maggiori dettagli sulle caratteristiche e sulle prime impressioni che ebbi, rimando all'articolo dedicato che scrissi all'epoca.

13 luglio 2014: primo avvio e configurazioni


A quel punto dovevo accenderlo ed avviarlo per la prima volta!

E la scena veniva subito rubata da CyanogenMODOS. Ebbene: montato sul device non trovavamo il firmware custom after-market più famoso al mondo. O meglio: sì, ma nella sua incarnazione commerciale.

In realtà le differenze tra i due firmware, almeno all'epoca, erano davvero poche. Quello che balzava all'occhio (una volta cambiato l'orrendo tema studiato appositamente per il one) era la pulizia della UI, la velocità del sistema e l'estrema personalizzazione messa a disposizione dell'utente dietro pochissimi tap.



Cyanogen.inc era stata da fondata appositamente per creare una versione commerciale a partire dal firmware portato avanti nel tempo da Steve Kondik e dalla gigante community che attorno ad esso ruotava.

Il one era perciò il dispositivo nato dalla visione dei due gruppi, 1+ per l'hardware e Cyngn per il software.

Nel video che pubblicai all'epoca, dopo quello dell'unboxing, mostrai tutte le applicazioni pre-installate, più un tour generale del device: le impressioni erano davvero buone, dato che il software riusciva a volare con tutta la potenza presente sotto al cofano, e la possibilità di personalizzazione permetteva di smanazzare qui e lì per rendere sempre più nostra l'interfaccia utente (graficamente e funzionalmente).

20 luglio 2014: prestazioni e sensazioni d'uso


E visto che di forza bruta si stava parlando, non potevo esimermi da eseguire ogni possibile test per mettere sotto stress la bestiolina.

Il quadro che ne uscì fuori rispecchiava completamente quanto decantato dall'azienda cinese e auspicabile dall'unione di cotante "armi da fuoco".
Addirittura alcuni test benchmark ipotizzavano un qualche mio tipo di contraffazione nell'esecuzione dei test, dato il punteggio completamente fuori scala (in eccesso) ottenuto.

La memoria montata era molto veloce e questo, accoppiato alla tanta RAM a disposizione, permetteva di installare, avviare e tenere attivi moltissimi processi in contemporanea. L'interfaccia rimaneva sempre fluida e reattiva!

Inutile dire che sul web il dispositivo era imbattuto, sia nei semplici risultati dei software di test, sia nella reale navigazione con Chrome.

C'erano due aspetti, però, che non mi convincevano e che stonavano con il resto: il GPS non fulmineo (ma comunque buono, con tanto di supporto al GLONASS, non così scontato all'epoca) ed il display.


Ecco, sul display c'è da aprire una bella parentesi.

Da qualche anno a questa parte, i display dei nostri smart-phone fungono sia da output visivo che da input per le azioni che vogliamo compiere.

Bene.
Tanto per cominciare (parlando dell'output), come già riportato il one è dotato di un LCD IPS certificato Gorilla Glass di 3 generazione, con risoluzione full-HD (400+ ppi). Gli angoli di visione soffrono un po', con qualche effetto slavatura: lo schermo tende al grigio se inclinato. Niente di grave sia chiaro: rimaneva, però, al di sotto di altri pannelli di pari tecnologia. Ma considerando il prezzo di vendita era sicuramente sopra ogni aspettativa.

Male.
La cosa più grave di tutte era qualche rogna software o hardware (non si è mai capito del tutto) con il digitizer. Colui che cattura le nostre ditate e le digitalizza per trasformare i nostri tocchi in comandi di input per il device: nell'uso quotidiano non si notavano particolari problemi, soprattutto dopo l'arrivo di una prima patch, fatto sta che ancora oggi (luglio/agosto 2015) alcuni utenti lamentano malfunzionamenti durante la digitazione veloce sulla tastiera o nell'uso del multi-touch nei video-giochi.

Fortunatamente la mia unità non soffriva eccessivamente della cosa, e solo in test specifici -che ho anche pubblicato in video- si poteva notare il problema.

26 luglio 2014: multimedialità e peculiarità


Dopo averlo spacchettato, avviato per la prima volta, e messo sotto stress con test dedicati e nell'uso quotidiano (navigazione web e giochi 3D), era giunto il momento di analizzare le sue doti multimediali.

Ormai gli smart-phone hanno sostituito le macchine fotografiche compatte, i lettori MP3, a volte il televisore e la radio FM, nonché il PC per l'uso "casual" di tutti i giorni.
Ed il one doveva soddisfare tutte le categorie per confermarsi tra i primi della classe.

Ma proprio quello che sulla carta doveva essere campo di battaglia facile risultava, invece, pieno di insidie e pericoli.

Dove il dispositivo se la cavava egregiamente e sbaragliava la concorrenza era il reparto fotocamere: quella principale/posteriore, sensore Sony da 13 mpx con 6 lenti, due flash LED ed apertura f/2.0, permetteva scatti (soprattutto con tanta luce) davvero sopra la media. Quella frontale, da 5 mpx, permetteva selfie di tutto rispetto.

Qualche esempio:




Anche nei video il one se la cavava bene: i 4K della fotocamera posteriore ed il full-HD di quella frontale, supportati dai 3 microfoni per la registrazione audio stereo, erano più che dignitosi. Qualche stonatura sulla cattura audio, forse, che non era eccelsa e su cui tornerò fra poco.

Nell'articolo che pubblicai potete trovare altri esempi fotografici e video.



Come detto il più grande vanto lato software del one era sicuramente la presenza di CyanogenOS, che permetteva di personalizzare il dispositivo, aveva dei tool preinstallati interessanti (come l'equalizzatore audio, la possibilità di passare dai tasti fisici a quelli virtuali su schermo e alcune gestures per eseguire azioni a schermo spento) e continuava ad essere fluido e prestante senza eguali.

Ma era proprio nel reparto audio, specificatamente nella riproduzione tramite le due casse mono (entrambe riproducono la stessa traccia) presenti sul lato inferiore del telefono, che il one peccava. L'audio, di buona qualità ma decisamente basso, era insufficiente per chiamate in vivavoce o in generale per sentire la suoneria in luoghi rumorosi.

Mi era risultato praticamente impossibile effettuare telefonate in automobile a media velocità, nonché a volte capitava che il mio interlocutore non mi capisse al primo colpo, segno che i microfoni non catturavano correttamente i suoni neanche durante le telefonate, o li sopprimevano eccessivamente in fase di pulizia del segnale.

02 agosto 2014: la recensione


Il quadro era completo e le idee ora chiare: potevo riassumere tutte le impressioni fin lì avute nella recensione finale del dispositivo.

Quello che ancora mancava erano solo alcuni dettagli, come la gestione energetica e una disamina del reparto telefonico.

La gestione del modulo radio non era al top: già si faticava con il vivavoce durante le conversazioni, come avevo riscontrato nelle prove precedenti. Ma in generale, con il mio operatore (Wind), la qualità telefonica era inferiore a molti altri dispositivi utilizzati nel corso del tempo (con Vodafone la situazione era migliore).
Quello che avevo notato era una certa pigrizia nell'agganciare il segnale, e nello switch 2G/3G. Nonché rumore di fondo e, a volte, riproduzione di voci metalliche.


Lato risparmio energetico, invece, non c'era nulla di cui lamentarsi: il device disponeva di una batteria più che generosa (ben 3100 mAh!), e con le tante ottimizzazioni software presenti era possibile configurarsi l'esperienza a 360°.



Qualche imperfezione software (dovuta alla gioventù ed inesperienza dei due team, 1+ e Cyanogen.inc), qualche sbavatura nel reparto multimediale (speakers sotto la media), e qualche inesperienza nel mondo della telefonia (reparto telefonico, GPS, modulo radio) scalfivano un pochino la bontà elevata altrimenti presente in ogni altro aspetto del dispositivo.


Quando 1+ si era affacciata sul mercato lo aveva fatto con la certezza di portare sul mercato un prodotto che fosse il migliore possibile nella fascia di prezzo in cui veniva collocato, e possibilmente anche in quelle direttamente superiori: un dispositivo che fornisse ogni possibile eccellenza così da non doversi accontentare.

In realtà nell'esecuzione finale, su qualche dettaglio, occorreva scendere a compromessi. Alle già citate problematiche (seppur, volendo, trascurabili) si aggiungeva quella delle dimensioni generose.

Un phablet non è un dispositivo per tutti, anche se l'incremento del polliciaggio è un fenomeno sempre più diffuso per tanti motivi.


Il mio giudizio finale fu:
Per quanto mi riguarda il one è decisamente un ottimo prodotto, costruito in modo ineccepibile, con ottimi materiali e con molta cura. Il software è ottimizzato e tutto gira a meraviglia: il device è sempre reattivo, tutto viene eseguito fluidamente e con rapidità.
Il costo è irrisorio per quanto offerto, solo 299€ (più spedizione) per la versione da 64 GB, soprattutto se confrontato con i prezzi richiesti dalla concorrenza per dispositivi di pari fascia o anche di fascia inferiore (come le inutili versioni mini dei vari top di gamma).
Certo, oneplus al momento vende a costo di produzione e solamente online, ma soprattutto solo dietro invito, il che chiaramente non può essere paragonato alle grandi reti di distribuzione dei vari competitor: ma è comunque un ottimo inizio.
Rimane però il fastidio per un reparto radio non al top e le incertezze degli speakers.
Se dovessi dare un voto a oneplus ed al one, per me sarebbe un 8 pieno e abbondante (un 8.3), per quanto descritto finora e perché siamo al primo prodotto: veramente un ottimo inizio.

E nella video recensione che seguiva spiegavo nel dettaglio la relazione tra 1+ e Cyanogen.inc.

Relazione che nel corso dei mesi a venire sarebbe diventata la vera protagonista di tutta la vicenda. Artefice anche di alcuni cambiamenti di pensiero da parte di tanti utenti, compresi i miei.

Agosto 2014: modding, modding, modding... e tanti saluti!?


Il oneplus one era un dispositivo unico nel suo genere, perché uscito dalle fabbriche con preinstallato un firmware che nasceva dal mondo delle custom ROM, dal mondo degli smanettoni. Ad essere completamente sinceri, OPPO (una delle aziende "madri" di 1+) aveva già sperimentato con Cyanogen: questa volta, però, la situazione era differente. E proprio modder ed il popolo dei formattatori seriali erano stati i primi a cercare di mettere le mani sul prodotto.

1+ sapeva che sarebbe andata così, e per questo motivo decise di commercializzare il suo pargolo con la possibilità di sbloccarne il bootloader con molta semplicità.
La mossa era sicuramente stata calcolata (e magari anche parte dell'accordo con Cyanogen.inc, chi lo sa?), sta di fatto che nel giro di pochissimo tempo una miriade di firmware after-market sopraggiunsero, per la felicità della comunità.

Ma il one continuava ad essere ingombrante.

OK, aveva un'ottima fotocamera, era una bomba nell'uso quotidiano, sicuramente prestante negli usi più intensi ed aperto alla customizzazione.
Ma allo stesso tempo era scomodo da mettere in tasca, pesantuccio, difficile da utilizzare con una mano sola e non era il massimo se usato con scopo prettamente telefonico.

Per il mio uso poteva essere rimpiazzato in ogni aspetto positivo (e negativo) da altri device già in mio possesso. Le nostre strade si separarono, ma con la speranza/possibilità di riallacciarsi in un futuro prossimo.

Motivo per il quale continuai a rimanere sempre aggiornato e ad aggiornarvi qui sul blog nel corso dei mesi successivi.

Settembre - Dicembre 2014: bugfix, preordini, bugfix, promesse, bugfix, guerriglia interna


Visto che io il mio invito all'acquisto lo avevo ricevuto direttamente da oneplus, con esso mi erano stati recapitati altri inviti da rigirare a mia volta a chi volessi. E così feci, regalandoli qui sul blog.

Ma questa peculiarità nella vendita, gli inviti, che fino ad allora era sembrata una figata estrema per gli early adopters, cominciava a dar fastidio ai più, che invece avrebbero voluto mettere mano al dispositivo senza troppe complicanze. Voci di possibili interruzioni di quel sistema si sarebbero rincorse più volte nei mesi successivi, declinate e smentite con l'arrivo dei preordini ufficiali.

Nel frattempo, 1+ prometteva un (primo) fix per la questione del touch-screen e anticipava la commercializzazione di cuffiette non presenti nella confezione di vendita.

Gli accessori sono un altro degli aspetti che tra alti e bassi hanno accompagnato il one durante il suo ciclo di vita: a volte annunciati, a volte cancellati, altre volte realizzati in collaborazione con aziende di terze parti.

La vita di una start-up è difficile: occorre fare attenzione ad ogni minima mossa, e spesso capita di fare promesse difficili da mantenere.



Un primo aggiornamento firmware (38R) tentava di mantenere proprio una di quelle promesse: il fix al touch-screen per gli utenti che ne lamentavano difetti. Inoltre introduceva il supporto al formato RAW per le fotografie, vi era un piccolo aumento della già ottima autonomia, una nuova lock-screen, ed altri bug fixes. E fortunatamente un innalzamento del volume di riproduzione degli speakers principali.

Chissà perché già allora si cominciasse a parlare di successore (il quale sarebbe arrivato solo nel 2015!), non mi è mai stato chiaro. Forse l'insoddisfazione per la questione degli inviti, o per la ricorrente presenza del bug al touch-screen, o perché 1+ stava cominciando ad espandersi oltre i pochi mercati iniziali...

Chissà? Sta di fatto che il device continuava a mantenere un rapporto qualità/prezzo invidiabile e che la community di sviluppatori che vi ruotava attorno cresceva a vista d'occhio.
Un secondo aggiornamento firmware (44S) si impegnava a portare il fix definitivo (ma così non fu) per il problema al digitizer, nonché a svariati altri problemini minori.

L'azienda era riuscita a piazzare sul mercato oltre 500.000 unità, il che non era affatto male considerando la questione -necessaria- degli inviti, il fatto che il device fosse in vendita solo online, e che si trattasse di un dispositivo di nicchia.



Erano passati 5 mesi da quando avevo ricevuto il one, e da allora il dispositivo non era ancora acquistabile liberamente.

Una cosa che fin dall'inizio non mi aveva convinto del tutto, ma che forse non mi era ancora balenata agli occhi (anche se, sicuramente, dentro me stava maturando), era la "chiacchiera eccessiva" di 1+.

Erano stati promessi più volte fix per il touch-screen, era stata in qualche modo promessa la fine degli inviti, erano uscite fuori già voci di un possibile successore, e chi più ne ha ne metta. Come detto, la vita di una start-up è molto complicata, ma a quel punto avevo la netta impressione che qualcosa non stesse funzionando.

E infatti, era nell'aria, una guerriglia interna iniziò.
1+ aprì le vendite in India, Cyanogen.inc aveva stretto un accordo di esclusività con Micromax per la distribuzione del suo OS nel mercato indiano: 1+ non avrebbe quindi potuto distribuire il proprio prodotto senza sostituire il software che lo muoveva.

Il mercato indiano è un mercato chiave in questo particolare periodo storico: è un mercato in esplosione (a differenza di quello Americano ed Europeo, molto più bloccati), con un numero elevatissimo di persone che si stanno avvicinando al digitale e con potenzialità di guadagno estremamente elevate per le aziende del settore!

1+ e Cyanogen.inc stavano divorziando.

Arriva il Natale e l'azienda cinese apre agli acquisti liberi con scorte limitate per un breve periodo. Nel frattempo viene preannunciata la commercializzazione di un Powerbank (su cui tornerò successivamente).



A questo punto è passato un anno da quando 1+ è nata, e la situazione non è delle più rosee: il dispositivo continua ad essere consigliabile a chiunque abbia il desiderio di un prodotto top ad un prezzo "umano", anche se ancora afflitto randomicamente dai problemi al touch-screen e con qualche non eccellenza nel reparto multimediale.

Ma la cosa per me meno felice è la situazione litigiosa tra i due partner del progetto: 1+ e Cyanogen.

Gennaio - Giugno 2015: il divorzio, i rimpiazzi e la community


La frittata era fatta: Cyanogen.inc e 1+ non erano più partner. Per questo motivo la start-up cinese doveva dare un segnale di forza. Soprattutto verso quel milione di acquirenti (persona in più, persona in meno) che avevano dato fiducia all'azienda.

Sarebbero nati due nuovi firmware ufficiali che avrebbero sostituito CyanogenOS, anche se -almeno per il one- il supporto da parte di Cyanogen.inc sarebbe durato ancora diversi mesi.
Tant'è che nel giro di qualche settimana ecco arrivare un piccolo aggiornamento firmware (52Q) con annessa la SwiftKey e MaxxAudio.

Ma la vera ciccia, quel promesso aggiornamento ufficiale a Lollipop, ancora non era "cotta". La community -sempre attiva- aveva però già portato l'ultima incarnazione del robottino verde, nonché una miriade di MOD, patch, fix e quant'altro. Per ogni gusto e desiderio!


1+ iniziava a distribuire device senza il marchio Cyanogen sul retro, e mentre ancora si attendeva la CyanogenOS 12 (che avrebbe portato in via ufficiale Android 5.0.2), venivamo a conoscenza dei nomi dei firmware ufficiali alternativi in lavorazione: OxygenOS ed HydrogenOS.
Assieme a tali informazioni, però, l'azienda ci teneva a sottolineare che gli stessi non sarebbero stati al 100% open-source.

Continuava perciò l'opera di allontanamento tra me e quella ipotetica seconda chance di riprendere con mano il dispositivo.

La CyanogenOS 12 tardava, e oneplus avviava la produzione del suo Powerbank e le vendite in altri 16 paesi. Ma il one a questo punto costava un pochino di più in alcuni mercati (a causa dello scambio sfavorevole dollaro-euro, cosa che grazie al cielo non durò molto) e la vendita veniva aperta liberamente al pubblico, ma solo il martedì (gli altri giorni della settimana rimaneva dietro invito, mah!).


Passato il pesce d'aprile (incarnatosi in un piccolo drone targato 1+), finalmente faceva capolino la CyanogenOS 12 (con il firmware 17L): disponibile al download, portava con sé tutte le meraviglie dell'ultima golosa distribuzione di Android.

Assieme al sistema operativo di Kondik e soci, anche una prima versione dimostrativa di OxygenOS veniva pubblicata: si trattava fondamentalmente di un firmware molto vicino ad Android stock, con poche personalizzazioni già implementate. Nulla di così strabiliante.



Ma se l'update ufficiale alla CyanogenOS soffriva di qualche bug di troppo, la HydrogenOS (il secondo futuro firmware di 1+) veniva annunciato in via ufficiale.
Gli acquisti del Powerbank potevano partire ora anche dall'India, e nuovamente si tornava a parlare di un possibile ennesimo fix in arrivo per il problema al touch-screen.

Intanto i rumors sulle caratteristiche di un successore si facevano sempre più insistenti, portando oneplus a sbottonarsi un po'.

Luglio 2015: l'attesa...


Nell'ultimo mese si stava parlando poco di one e molto di 2.
2 sarebbe stato il successore di one, il dispositivo che avrebbe consacrato 1+ come azienda presente sul mercato con un dispositivo creato internamente ed interamente sia lato hardware che software.

Per questo motivo dovevano essere fatte le cose in grande: una presentazione fuori dal comune ma con elementi ripresi dall'ottima campagna organizzata un anno prima, la quale aveva anche reso 1+ così amata (e allo stesso tempo odiata) dal pubblico della rete.

Specifiche hardware rilasciate con il contagocce e rigorosamente condite da frasi epiche. Contest per tenere vivo l'interesse da parte della community e frecciatine alla concorrenza.

Insomma, spacconeria e promesse: squadra che vince non si cambia, al più la si rafforza con gli effetti speciali. Ecco quindi arrivare la realtà virtuale (tema caldo di questo periodo, assieme a quello dei droni, già toccato in occasione dello scherzo del pesce d'aprile).

Nel frattempo il one (che ha ormai superato il milione e mezzo di vendite) riceveva un nuovo update firmware (2I3), comprendente quell'ennesimo tentativo di fix per il problema al touch-screen assieme ad altre migliorie.
Ma visto che la situazione non in tutti i casi era migliorata, un nuovo aggiornamento previsto per agosto tenterà nuovamente la sorte oltre a portare finalmente Android 5.1.1 con nuove applicazioni firmate Cyanogen.inc (figlie di accordi commerciali con partner di terze parti) e miglioramenti alla registrazione audio nei video!



Un apposito visore, basato sulle specifiche del google cardboard (che ho recensito), veniva regalato (più spese di spedizione) ad un numero ristretto di acquirenti (le famose flash sales anch'esse ormai di moda).
Il visore sarebbe servito per assistere alla presentazione del successore del one.

1+ tornava anche a parlare di inviti: sarebbero stati presenti anche per le vendite del 2, anche se di tale device sarebbero stati fin da subito disponibili molti più pezzi, e ci sarebbe stata una gestione generale molto più efficiente.

27/28 luglio 2015: oneplus 2, il "2016 flagship killer"


Alla fine la presentazione è arrivata...

1+ aveva pubblicato una applicazione per partecipare all'evento in realtà virtuale (che nel caso vi foste persi, potete rivivere qui), e l'ha utilizzata per anticipare la presentazione al mondo intero del successore del suo phablet.

Tale spettacolo sarà stato anche originale, ma diciamocelo chiaramente: poteva essere evitato...
Ad ogni modo, dopo il pre-show c'è stato l'annuncio ufficiale che ha svelato tutte le caratteristiche (qui addirittura abbiamo già un tear-down):


Tra i punti chiave sicuramente la nuova fotocamera, attorno alla quale in realtà è stato disegnato tutto il resto del dispositivo. Si tratta di un nuovo sensore, questa volta prodotto da OmniVision e non più da Sony, che dovrebbe garantire scatti migliori grazie alla presenza dell'OIS, dell'apertura f/2.0, del laser focus, del flash dual-LED/dual tone e dei pixel da 1.3 μm.


Tantissimi hands-on del prodotto (qui, qui, qui) hanno ampiamente discusso quanto presente e quanto assente nel nuovo modello. E non mancano confronti (qui, qui, qui) con il predecessore.

Il nuovo dispositivo, viste le litigiose vicende del passato, non sarà mosso dalla CyanogenOS. Al suo posto sarà presente OxygenOS, in versione 2.0 con le sue funzioni peculiari.



Ma il 2 è un prodotto valido? Oppure no?
In rete la discussione è esplosa: tra chi lo ritiene un affare, e chi -viste alcune mancanze- non lo ritiene all'altezza delle aspettative createsi. E c'è anche chi ci va giù pesante.


Per quanto mi riguarda, l'idea che mi sono fatto è che il 2 è un buon prodotto, ma non ha lo stesso "peso" sul mercato che può aver avuto il one l'anno scorso.


Killer dei futuri dispositivi top di gamma?
Non ne sono così sicuro, tant'è che non necessariamente è un killer per gli attuali...
Ormai il mercato è saturo, e nella fascia di prezzo aggredita dalla start-up cinese con il 2 ci sono tante di quelle proposte che la scelta per l'utente finale è mooolto più ampia rispetto a quella che c'era al lancio del predecessore.

Inoltre il nuovo dispositivo ha delle mancanze che non riesco a giustificare completamente: la capacità della batteria è aumentata ma non è stata implementata alcuna ricarica rapida (tempi enormi per tornare al 100%) ed essa continua ad essere non removibile; il chip NFC è stato eliminato (sul one c'era) proprio ora che sta arrivando Android Pay; non c'è l'espansione micro-SD ed il modello base è da soli 16 GB (e per avere i preannunciati 4 GB di RAM occorre puntare al modello da 64 GB che è più costoso); si richiede nuovamente un invito per poterlo acquistare.

Passare dal one al 2 non ha molto senso: le differenze non sono così marcate, e fondamentalmente anche chi non è possessore del vecchio modello oggi ha un parco di possibilità molto più esteso. E, perché no, può addirittura puntare al vecchio modello, che ora costa anche meno ed è sempre decisamente valido.

Agosto 2015: conclusioni!


L'esperienza del one è stata sicuramente particolare: da un lato -personale- ho potuto toccare con mano il mio primo phablet, e dall'altro -collettiva- è stato un esempio dello spaccato di vita di un dispositivo creato da una start-up e del mondo che vi ruota attorno.
Esplosione sulla rete, interesse, modalità di interazione, scelte, evoluzione, difficoltà, cambi di direzione, e così via.

L'azienda che lo ha prodotto ha fatto delle scelte nel corso del tempo che non sempre ho condiviso e che alla fine mi hanno allontanato dal progetto, scemando l'interesse non tanto verso il prodotto in sé (che considero ancor oggi decisamente valido, e che grazie al supporto fantastico di cui gode da parte della community continuerà in futuro ad essere stato un ottimo acquisto per chi ha investito su di lui). Il mio interesse è scemato verso il progetto stesso.


Cyanogen.inc allo stesso tempo ha deluso sotto diversi punti di vista: tempistiche disattese per i rilasci degli update, promesse non mantenute, accordi commerciali confusionari e contrari alla filosofia stessa che c'era una volta.

Ma non ne faccio una colpa né all'una né all'altra azienda.

Le nostre strade (mie e delle due start-up) si sono divise e difficilmente si ricongiungeranno, ma sono contento di aver provato quel prodotto, perché mi ha mostrato cosa significa utilizzare un phablet.
E se al momento non sono completamente sicuro che tale categoria sia la migliore oppure no nell'uso quotidiano (anche se sicuramente è ottima per quello multimediale), non tengo chiuse le porte ad eventuali nuovi riavvicinamenti alla stessa.


Prima di salutarci voglio lasciarvi alla mia recensione finale del oneplus con la CyanogenOS 12 (in attesa della 12.1!), del Powebank, e alle mie considerazioni conclusive su 1+ e sul oneplus 2:



A presto quindi.
Ciao!