14 marzo 2015

Non ti viene mai il prurito ai piedi, l'ansia di partire? (cit.)


Qualche giorno fa ho buttato giù quelle che sono state le mie sensazioni perlopiù negative riguardo le ultime fiere e presentazioni che hanno occupato le fredde giornate invernali.

Il MWC, l'evento Apple, i vari annunci online, etc sono state tutte occasioni per le aziende -blasonate e non- per mostrare quelli che saranno i rispettivi prodotti da immettere sul mercato e le tematiche che verranno affrontate nel corso di questo 2015.

Oggi voglio tornare sulla questione per ampliarne un po' la visione, segnalandovi quelle che, invece, per me sono note molto positive!

Se da un lato le cose che continuano a farmi storcere il naso -e di cui vi ho parlato nella precedente puntata- sono la mania per gli schermi enormi, i wearable quelli inutili davvero, e la chiusura in silos attuata da molti produttori; ciò che mi ha, invece, attratto o continua a farlo sono il concetto di modularità, la trasformazione dei prodotti in servizi, (in parte) ciò che stanno diventando la realtà virtuale e quella aumentata, ma soprattutto la grande presenza di moti innovatori e fuori dal coro che finalmente sono sbocciati e pronti per arrivare sul mercato.

Ma direi di andare con ordine..!

Facciamoli a pezzi...



Sotto i riflettori degli stand di Barcellona, al Mobile World Congress 2015 c'era anche lui, o meglio non solo lui... Mi riferisco ovviamente a Project ARA e a tante piccole realtà che stanno portando avanti il concetto di modularità per i dispositivi elettronici.

Solo poco tempo fa vi avevo parlato della seconda conferenza per sviluppatori del progetto portato avanti da Google, ARA. E, finalmente, al MWC è stato possibile approfondire qualche dettaglio su quello che tra pochi mesi diventerà un prodotto commerciale davvero interessante


A fine febbraio qualcosa si era intravisto, durante il #HKG2015, grazie al talk di Linaro ed ai video dimostrativi sul funzionamento dei blocchetti. Ma è stata la kermesse barcellonese a permettere ovviamente di mettere mano ai prototipi.

Interessanti le demo di Yezz (vedi anche qui e qui), che ha mostrato i suoi primi contributi per la realizzazione di moduli aggiuntivi. Oppure Toshiba, ma anche le cover personalizzate realizzate da Caseable!


Giocare con moduli aggiuntivi non è solo puro divertimento, ma può diventare davvero interessante anche dal punto di vista sociale, con la possibilità di dar vita a strumenti davvero variegati ed anche utili.
Google ha ovviamente bisogno dell'aiuto di tutti per rendere ARA un successo, sia partner che sviluppatori indipendenti.


Project ARA darà quella spinta necessaria che guiderà sempre più verso un futuro modulare? Lo scopriremo solo nei mesi a venire... nel frattempo però non è solo BigG a fare questa scommessa:
Vi ricordo, infine, le idee di Blocks e tanti altri piccoli e grandi che stanno lavorando tantissimo sul concetto di modularizzazione.


Ma soprattutto quello che mi ha colpito è stata la presentazione del nuovo Pebble Time, non tanto per lo smart-watch in sé, quanto per le smart-straps.
Con esse la start-up sta portando un pizzico di modularità anche al nostro polso.



Strettamente affine a quello modulare lo è ovviamente il mondo dei makers: se Raspberry ha presentato un nuovo modello decisamente più performante ed in grado di eseguire senza problemi sistemi operativi completi, e se Arduino si trova a dover affrontare uno oscuro periodo, la filosofia dei micro-computer sta esplodendo ovunque.

Non solo: unendo fantasia, pratica, computer e stampa 3D si riescono a fare cose davvero interessanti!


Già, la Stampa 3D... ve ne ho parlato diverse volte nel corso del 2014 ed ora sembra che stia diventando anche molto abbordabile oltre che sempre più promettente.

Come discusso quasi un anno fa, la tecnologia arriva spesso prima di ogni altra cosa, e ovviamente si creano interrogativi di vario genere sull'implicazione della stessa nei vari ambiti di competenza (o meno). Ad esempio quello etico: stampare o non stampare componenti organiche?

Vedremo cosa ne verrà fuori...



Chiudo il paragrafetto sulle novità hardware segnalando con molta positività l'arrivo -finalmente!- della porta USB di tipo C sul mercato!

Apple e Google hanno presentato i proprio computer (rispettivamente Mackbook e Pixel) dotati proprio di tali porte, e nei prossimi mesi arriveranno tanti dispositivi compatibili con tale standard, il quale aprirà nuove possibilità.

Si spera che prima o poi sia il turno delle batterie (ed io rinnovo il mio appello...!).


Non chiamateli più semplicemente dispositivi, per favore!


Una cosa che è ormai chiara è che i dispositivi tecnologici che ci circondano -e non solo quelli che utilizziamo direttamente- stanno andando oltre alla mera funzione per la quale sono nati.

L'Internet delle Cose (o di Tutte le Cose), l'Internet di Tutti i Giorni, sta trasformando ogni semplice prodotto (e non solo quelli elettronici) in servizio; la quantità dei dati che ogni istante viene generata e scambiata è impressionate: potremmo parlare di terza rivoluzione industriale.

Tant'è che, in questo periodo, chiunque sta investendo nell'IoT: una rivoluzione che sta coinvolgendo a 360° ogni aspetto della società, perfino lo stesso sviluppo urbano.

Fidarsi di un mondo completamente interconnesso? Oppure no?
Benefici possono esserci, e sicuramente da parte dell'industria (ogni tipo di industria) le proposte arriveranno. L'importante -non mancherò di sottolinearlo- è pensare alla sicurezza.
Vedi anche:



Una cosa più interessante, per me, è vedere il trasformarsi del modello di business di tantissime aziende che fino a qualche anno fa erano legate solo alla produzione di dispositivi hardware o prodotti software.
Oggi i profitti maggiori arrivano sfruttando la base di utenza creatasi per diffondere nuovi servizi proprio sull'hardware venduto o sul software distribuito (magari anche dalla concorrenza).

Esempi lampanti sono Blackberry e Microsoft, due aziende note la prima per i propri smart-phone e strumenti avanzati per le aziende, e la seconda per il sistema operativo Windows e la suite d'ufficio Office. Negli ultimi mesi hanno cominciato a stravolgere le roadmap interne, mettendo in secondo piano telefonini e programmi, per far posto ai servizi.

Anche e soprattutto sulle piattaforme concorrenti, al fine di attirare a sé -sui propri prodotti- il maggior numero di utenti possibile.



Ma è l'ambito dei pagamenti digitali la vera rivoluzione verso cui in molti si stanno muovendo: lì girano i soldi, quelli veri, e mettere le mani anche su una piccola fetta di quella torta fa veramente gola a molti!

Al MWC di quest'anno Samsung è stata solo l'ultima tra i tanti a presentare una soluzione completa (e decisamente più aperta ed economica, almeno in Europa, rispetto a quella di Apple) per effettuare pagamenti in mobilità con lo smart-phone.

Google, dopo l'acquisto di Softcard, ci fa sapere di essere al lavoro ad una soluzione trasversale (Android Pay) valida per tutti i dispositivi dotati del sistema operativo del robottino verde (dopo il fallimento del vecchio Wallet) che verrà presentata al Google I/O di quest'anno.

Ma non sono solo i grandi nomi a cercare di rivoluzionare i vecchi sistemi di pagamento. Prodotti, servizi, perfino API, tutto sembra pronto alla rivoluzione degli acquisti.

Ed anche qui, come per l'IoT seppure con accezioni differenti, quando si parla di dati personali o sensibili, la sicurezza non deve essere trascurata!
Vedi anche:


Quella virtuale sarà la vostra nuova realtà?



Il terzo argomento che ha positivamente colpito il mio interesse, o almeno in parte, è stata l'esplosione della realtà virtuale.
Io non sono prettamente un amante del genere, ma tra MWC e GDC, in questo periodo di VR ed AR se n'è parlato davvero tanto.

L'anno scorso provai con mano il primo prototipo di Oculus Rift e non ne rimasi completamente stupito: era decisamente un primo passo di un qualcosa che -probabilmente- ancora oggi deve essere capito del tutto. Ma il fatto che in molti ci si siano buttati su è segno di un interesse generale che può portare grandi cose.

O almeno la speranza è quella...

 

HTC ha approfittato del MWC per presentare la propria partnership con niente-popò-di-meno-che Valve!
Re Vive è il nome commerciale del visore pensato dalle due aziende, che sembra davvero, davvero promettente.

È chiaro che HTC abbia voluto sfidare Samsung e la sua soluzione (Gear VR, basata sulla piattaforma Oculus) mostrata ad IFA 2014. Ma l'approccio è completamente differente.

Evito di elencarvi innumerevoli quantità di link: se cercate su Google troverete davvero tante prove, demo e quant'altro. Altro esempio di quanto ad oggi l'argomento sia davvero molto chiacchierato!

Per farla breve, comunque, il dispositivo di HTC è decisamente più complesso e completo di quello Samsung, il quale necessita di un dispositivo di supporto (Note 4 o Galaxy S6/edge al momento). Ma quest'ultimo è anche più avanti con lo sviluppo, tant'è che è già possibile accedere a contenuti a pagamento, tramite l'Oculus Store.

E a fine anno la versione commerciale dovrebbe giungere nei negozi.

Sarà davvero pronta? O stiamo parlando solo di marketing?



Tra i due litiganti si infila anche Sony (così come tanti altri nomi, ad esempio Vuzix, Razer o MindMaze) con il suo Project Morpheus, la quale approfittando del GDC ha annunciato il rilascio per inizio 2016 del proprio visore.

La casa nipponica è al lavoro sul dispositivo da diverso tempo, tant'è che lo aveva pre-annunciato già nel 2014.

Riuscirà ad arrivare veramente sul mercato?



Insomma la realtà virtuale sta davvero prendendo piede, e lo si capisce anche dal fatto che stanno cominciando ad arrivare dispositivi di supporto per sfruttare al meglio i visori.
E anche perché attori molto grandi come Google, o perfino Disney, si stanno interessando ai possibili loro impieghi...


Chi è che necessiterà, invece, ancora di una non-ben-specificata quantità di tempo prima di approdare sul mercato è Magic Leap e con essa la rivoluzione della realtà aumentata (su cui si è affacciata anche Microsoft).
Vedi anche:


...o lo saranno le realtà alternative?



Ma se il futuro virtuale è ancora tutto da decidere, la piatta realtà quotidiana dei sistemi operativi sta per essere rimessa nuovamente in discussione.

E se gli smart-phone sono considerati come gli unici veri dispositivi personali, ecco che ha senso il così grande lavoro che in molti stanno facendo per lo sviluppo di piattaforme mobili alternative.

Non più solo Android o iOS. E non solo grazie agli eterni inseguitori Windows Phone e BlackBerry.

Da chi sceglie di offrire qualcosa di diverso partendo però da ecosistemi noti e diffusi e con partnership risonanti, vedi Cyanogen (qui una lunga intervista in merito), a chi ha continuato a seguire la propria strada affinando il proprio lavoro, vedi Jolla, Mozilla o anche Canonical.

Quest'anno al Mobile World Congress e prima ancora al FOSDEM sono stati i minori a far la voce grossa, sorprendendo con soluzioni alternative ma decisamente valide, proposte interessanti e prodotti davvero particolari.


E forse la voglia di rinnovamento c'è davvero nell'aria, visto che al MWC sono stati premiati come miglior dispositivo mobile (Fx0 by LG, Firefox OS) e miglior tablet (Jolla Tablet, Sailfish OS) due prodotti decisamente lontani dai grandi numeri di mercato.
E non penso che dipenda solo dalle critiche mosse negli ultimi tempi verso i big del settore -che attualmente dominano la scena-.

Aspetti relativi alla sicurezza dei propri dati (l'NSA ci spia davvero?), gli interessi di gruppi che vedono nel controllo totale dello sviluppo degli OS da parte di aziende americane, etc, stanno favorendo la diffusione e la popolarità di tante piccole realtà perlopiù open-source.

Ma su questo ci tornerò sicuramente in futuro!


Insomma, a partire dai prossimi mesi ci sarà da divertirsi, sia nel campo software quanto in quello hardware!


E voi che ne pensate?
Ci sono i sentori di una qualche rivoluzione in atto, o non ci trovate nulla di interessante nei moti che stanno nascendo e spingendo il mercato?