13 maggio 2014

Molte cose cambiano nel tempo; molte cose, ma non tutte (cit.)


Ultimamente devo dire che di cose ne sono successe, e sembra che anche il supporto per i dispositivi attualmente sotto la mia lente di ingrandimento sia bello che vivo, tant'è che ho deciso di anticipare di qualche giorno questo post di aggiornamento.

Questo mio intervento, perciò, ricade nella categoria degli after the buzz che ormai avrete cominciato ad apprezzare (spero), e che saranno appuntamenti ricorrenti per tenervi aggiornati sul mondo che ruota attorno a ciò che mi ha incuriosito, incuriosisce ed incuriosirà nel mondo della tecnologia (e stavolta c'è anche qualche sorpresa..!).

Visto che nell'ultimo articolo (clicca qui per vedere) ne avevo parlato relativamente (vista la pubblicazione qualche giorno prima della recensione del pebble steel), questa volta voglio iniziare con qualcosa legato all'argomento dei device indossabili.

Nell'ultimo week-end ho avuto la possibilità di giochicchiare con diversi dispositivi appartenenti alla categoria dei wearables, anche se opposti per concezione, filosofia, posizionamento sul mercato e funzioni.

Sto parlando del jawbone up24 e dei google glass! Sì proprio loro, i fantomatici occhialuti gadget di BigG :)



Inutile sottolineare lo stupore per l'oggetto, così ambito e ricercato al momento da un po' tutto il mondo tecnologico e decisamente esclusivo (visti i suoi 1500$ di prezzo) nonché limitato al solo mercato USA e per di più solamente su invito (UPDATE: google ha aperto a tutti gli abitanti USA l'acquisto del prototipo).
Non tutti i giorni vi capiterà di incontrare qualcuno in giro con uno oggetto del genere sul viso...


Il funzionamento, se li conoscete, vi sarà noto ed è molto semplice: i glass si comandano con la voce oppure con il touch pad laterale, che va a sfioramenti e tap.
L'interazione è abbastanza immediata, anche se capita spesso di incastrarsi nei menù (il pad è decisamente sensibile e non vedendolo con gli occhi si rischia di non colpirlo correttamente).

L'esperienza d'uso è completamente differente da qualsiasi altra cosa possiate aver mai utilizzato negli ultimi tempi: davvero!



Guardando con gli occhi in alto verso destra, il gioco di un mini proiettore con prisma mostrerà davanti al vostro viso l'interfaccia degli occhiali. Essa è veramente curata pur essendo decisamente minimale.

Queste le specifiche complete:
  • Struttura: naselli regolabili e telaio resistente, adatti a qualsiasi viso
  • Peso: 50g
  • Display: proiettore con prisma con una risoluzione di 640×360px, equivalente ad uno schermo ad alta definizione da 25" a 2.4m di distanza
  • Camera: da 5MP che registra video in HD a 720p
  • Suono: audio a conduzione ossea
  • Connettività: WiFi b/g, Bluetooth 4.0, microUSB 2.0
  • Memoria: 16GB (di cui 12 per l'utente), sincronizzato con Google Cloud Storage ed 1GB di RAM
  • CPU: Texas Instruments OMAP 4430 dual-core
  • Sensori: accelerometro, giroscopio, bussola digitale, di prossimità, di luminosità
  • OS: Android 4.4.2 Kit Kat
  • Prezzo: 1500$ (ma è ancora un prototipo, i prezzi dei modelli commerciali si spera saranno molto più bassi)



I glass sono abbastanza comodi da portare, chiaramente stiamo parlando di un device al momento ancora poco più che prototipale (e realizzato con materiali buoni ma non particolarmente ricercati).

Già in questa veste si vede che il potenziale c'è ed anche che al momento è molto inespresso. Infatti, la funzionalità maggiore esistente è praticamente solo quella di cattura di foto o video (e pure limitati a pochi secondi).
Inoltre, essendo un companion device, chiaramente ha la necessità di essere connesso via bluetooth ad uno smartphone. Comunque, chi viene dal mondo google riconoscerà la maggior parte delle funzioni ad oggi esistenti: come la condivisione su Google+ delle foto e video appena catturati, la ricerca sul web, mappe, traduzioni, etc.


Il corpo è relativamente leggero, nell'oretta in cui ho potuto utilizzarli camminando in giro, tra espressioni di stupore dei più giovani e di interdizione dei più anziani, non ho avuto particolari fastidi: ed io non porto occhiali (neanche quelli da sole) e non sono abituato ad avere nulla poggiato sul mio naso!

I comandi vengono riconosciuti la maggior parte delle volte: il classico "ok google, take a picture" funziona molto bene ed è veramente immediato. Anche nella registrazione video ("ok google, record a video") va alla grande, ed è veramente una sensazione surreale: riprendere direttamente all'altezza dei nostri occhi ed avere una inquadratura perfettamente equivalente a quello che i nostri occhi stanno guardando è qualcosa di particolare.

Sulla qualità del risultato (inteso come qualità del sensore fotografico), per ora, non garantisco, non avendo potuto metter mano ai risultati: ma l'effetto scenico c'è ed è unico.

Due cose da migliorare nel prodotto (per lo meno per quanto riguarda il prototipo) sono ovviamente la durata della batteria, che al momento è scarsa, e la necessità di trovare una soluzione più confortevole per l'alloggiamento della fotocamera rispetto al nostro orecchio.
Quest'ultima, infatti, essendo realizzata in plastica dura, potrebbe dar noia a qualcuno.


Il fatto che questo tipo di device sia votato alle foto (più che hai video o ad altre operazioni) è evidente dalla presenza di addirittura un pulsante apposito per lo scatto di foto, oltre che a poterne catturare tramite il comando vocale o tramite il tocco sul touch pad. O addirittura tramite chiusura della palpebra sinistra (a mo' di occhiolino)!



Passando invece al jawbone up24, posso dire che mi è piaciuto.
Realizzato in materiali anallergici, è comodo da portare al polso (su questo tornerò tra poco), è leggerissimo ed indossabile con semplicità. Sulla qualità dei materiali non posso, però, esprimermi più di tanto perché non ho potuto fare prove particolari.


Tornando sul discorso comodità: la forma del braccialetto richiede la presenza di un bel po' di roba sotto al polso (lì c'è il connettore per la ricarica), cosa che potrebbe causare qualche fastidio all'utente ad esempio quando poggia il polso per scrivere al computer, o situazioni analoghe.

Altre considerazioni vanno fatte su design e colori: è un prodotto di certo non pensato per un gala di moda, o anche solo una giornata in ufficio... E questo è un po' un limite, poiché il braccialetto è sì piccolo e leggero, ma sicuramente difficile da nascondere totalmente al di sotto della manica di una camicia!
E per un device del genere, che cerca di monitorarci durante tutto l'arco della giornata, forse è un limite... O per lo meno una limitazione di utenza: i più sportivi, a cui sicuramente questo device è rivolto (stiamo parlando di un fitness tracker!) dubito che troveranno molto da ridire.

Anche qui il funzionamento è banale: il device è connesso via bluetooth al nostro smartphone e ad intervalli regolari scambia dati con esso, i quali dati vengono anche sincronizzati nel cloud di jawbone e messi a disposizione (previa nostra autorizzazione) ad applicazioni di terzi parti, che possono utilizzarli per aumentare, praticamente all'inverosimile, le potenzialità dell'oggetto stesso.

Poiché, diciamocelo chiaramente, il braccialetto in sé è la minima parte di tutto: non è altro che un raccoglitore di dati, ma poi è nell'elaborazione degli stessi che questo assume un senso.


L'app di jawbone è realizzata con cura ed è al momento, a mio avviso, decisamente avanti rispetto alla concorrenza: è più chiara, completa, permette di avere maggiori informazioni ed integrazioni con funzionalità/applicazioni/strumenti di terze parti.

Chissà che un giorno non proverò anche uno di questi aggeggi...



Avendo iniziato con i dispositivi indossabili, non posso che tornare a parlarvi dello steel (recensione).

Tanto per iniziare, pebble ha finalmente aggiornato la Pebble App (sia per Android che iOS) ed anche il firmware dell'orologio, arrivando alla versione 2.1.0:

  

  

Un update veramente interessante, poiché ha portato diverse migliorie soprattutto nel sotto-terra.

Per quanto riguarda l'app per smart-phone, abbiamo aggiornamenti alla stabilità generale e nei tempi di caricamento e di risposta, nonché aumento e migliorie per la connettività: finalmente, infatti, sarà possibile scegliere il pebble a cui collegarsi (se ne abbiamo più di uno a disposizione), ed inoltre sarà possibile collegarsi ad esso anche in assenza di connettività ad internet!

Aggiunta, poi, la notifica di eventuali aggiornamenti firmware quando la Pebble App è attiva a video sul nostro smart-phone.

Per quanto riguarda l'aggiornamento firmware, parliamo di minuscole aggiunte di funzionalità sullo smart-watch (come la possibilità di cancellare le notifiche), una miglior gestione del monitoraggio della batteria, qualche fix (che ci sta sempre bene!), ma soprattutto un miglioramento della connessione con lo smart-phone, che in alcuni casi poteva dar noie.

Nulla di eclatante, ma decisamente un aggiornamento software rilevante! Anche perché l'ecosistema avanza da solo (anche pandora, per lo meno per il mercato d'oltreoceano, ha aggiunto il supporto per l'orologio), con o senza l'aiuto di pebble :D

Una delle poche cose che non mi aveva convinto del pebble steel (ma lo stesso discorso vale anche per il modello del 2013) è il contatto proprietario per la ricarica. Nel qual caso aveste perso o rotto il vostro cavetto, pebble vi è venuta incontro rendendo disponibili per l'acquisto sul suo store i cavi sostituitivi... Almeno questo...


E rimanendo in tema "modello 2013 - modello 2014", qualche giorno fa ho avuto la possibilità di mettere a confronto i due prodotti dell'azienda.

Come vi avevo descritto nei focus dedicati, per quanto riguarda il pebble steel si è molto lavorato su design e riduzione delle dimensioni, cosa per me fondamentale in un orologio: il modello 2013 difatti, nonostante monti lo stesso display del nuovo, è più ingombrante, oltre che essere realizzato con materiali meno ricercati.



Ad ogni modo, il design è praticamente l'unico punto sotto cui i dispositivi differiscono: tutte le caratteristiche tecniche (a meno di quisquilie) sono identiche.



La scelta di uno rispetto all'altro è puramente legata a fattori economici e al gusto personale: che il design del nuovo modello sia migliore, direi, essere innegabile. E, come già affermato nella recensione, starà a voi decidere se i 100-150€ di differenza tra i due possano essere giustificati e giustificabili.


Se la differenza di prezzo fosse minore, che so massimo 50€ di scarto, probabilmente non ci sarebbe storia: il pebble steel l'avrebbe vinta senza ombra di dubbio (design rinnovato, qualche piccolezza in più e materiali migliori). Ma vista l'ampia differenza di prezzo (lo steel costa praticamente il doppio) la scelta non è più così scontata.

Personalmente preferisco i materiali ricercati, il design più curato e le dimensioni ridotte dello steel. Ma, probabilmente, a chi me lo chiedesse consiglierei il modello del 2013 (anche perché più facilmente reperibile, e soprattutto in tempi più brevi!).
Infatti, parlando proprio di reperibilità di dispositivi indossabili (tra cui anche il pebble, modello 2013), è notizia recente l'apertura di una sezione apposita per i wearable nel più grande store di e-commerce online: Amazon.com.

Del resto la competizione sta aumentando in questo settore, e ben presto arriveranno competitors (in particolare motorola, ma anche LG) molto agguerriti, che stanno iniziando o continuando a far parlare di sé con decisione.



A proposito di motorola, e di moto g (recensione), la casa dalla m alata ha deciso di festeggiare (con qualche settimana di ritardo :P) l'arrivo della primavera, aggiornando i Motorola Boot Services dei suoi dispositivi (X e G).


Questo aggiornamento, oltre a portare qualche miglioramento (anche qui nel sotto-terra) per il servizio di boot, ha portato anche una nuova animazione di avvio, molto colorata e simpatica :)



Non voglio aggiungere altro per quanto riguarda il moto g, poiché sto preparando un nuovo focus che pubblicherò presto e che spero possa piacervi, così anche da sdebitarmi della promessa che vi avevo fatto diverso tempo fa e che ancora non ho rispettato...


Motorola sembra in procinto di presentare qualche servizio o componente aggiuntivo per il suo piccoletto: si parla infatti di moto g cinema. Al momento non è ben chiaro di che cosa possa trattarsi, ma non vedo l'ora di saperne di più!


Intanto, se vi fosse sfuggito, vi riporto anche che in queste ore motorola sta presentando al mondo il suo ultimo pargoletto, il moto e, che può considerarsi come ultimo figlio della vecchia partnership con BigG, dopo la vendita a Lenovo, e che, alla fine, non è il tanto vociferato successore del g, ma un modello ancora più economico.

Allo stesso evento è, finalmente, presente anche il moto g in versione LTE, che differisce dal modello standard anche per la presenza dell'espansione via microSD e del giroscopio, confermando i rumors di questi ultimi mesi!
UPDATE: Inoltre, motorola ha ufficializzato per il Messico anche moto g Ferrari edition: in pratica identico al moto g, ma con back-cover in kevlar e prezzo più salato (è previsto qualche accessorio Ferrari nella confezione di vendita).



Parlando del gigante americano, google, chiudo l'articolo riportandovi i piccoli aggiornamenti rilasciati per il chromecast (recensione).

Google continua ad effettuare update per le proprie applicazioni, e per tutto l'ecosistema: anche Drive (almeno per quanto riguarda la versione web) riesce ora ad interagire con la pennetta e a far riprodurre sul grande schermo le nostre presentazioni.
Inutile sottolineare che giornalmente vengono anche pubblicate nuove apps (ufficiali e non, come Spoticast, client "amatoriale" per Spotify) compatibili con il dongle di google.

Una chicca: ai due link di seguito indicati potrete trovare la lista completa (o comunque aggiornata, con tanto di coming soon) di tutte le applicazioni compatibili con il chromecast per le piattaforme Android ed iOS.


Ragazzi, io vi saluto qui, ma vi avviso che è arrivato il nuovo giocattolino (che vi avevo anticipato) sotto la mia lente di ingrandimento (aspettatevi a breve l'inizio dei focus al riguardo). Device che mi porterà anche ad analizzare un altro fenomeno che sta prendendo (da qualche tempo) sempre più piede (non solo per quanto riguarda la tecnologia): il mondo delle start-up.


Non vi anticipo altro!
Bye bye!