28 aprile 2014

Tutte le grandi cose hanno piccoli inizi (cit.)


Era l'estate del 2011 quando Marko Ahtisaari (all'epoca Executive VP Design, Nokia) presentò al mondo l'ultima creatura della ei-fu-Nokia (acquisizione completata: Microsoft ringrazia, noi no...).

In quel periodo i feature phone la facevano ancora da padrone nel mercato della telefonia, Symbian cominciava il suo declino, ed iOS ed Android già iniziavano a dominare la scena dei dispositivi mobili.


Fu solo alla fine del 2012 che io riuscii a mettere mano al gioiellino della casa finlandese, il Nokia N9 (praticamente introvabile in Italia fino alla precedente estate), quando, ormai, era un progetto al termine del ciclo di supporto (ed io, sotto sotto, avendo già seguito le vicende che vi descriverò fra poco, speravo in un porting in tempi brevi della piattaforma nascente: capirete presto di cosa sto parlando).

MeeGo, il sistema operativo open-source che muoveva quel device, era morto ufficialmente da tempo, e già si parlava ampiamente di fusione tra il software realizzato in collaborazione tra Nokia ed Intel (MeeGo appunto) con il lavoro di Samsung sul suo Bada, per dar vita al nuovo (ma ad oggi ancora desaparecido) Tizen.


Un passo per volta: il passato
Già prima dell'annuncio dell'N9, Nokia aveva comunicato l'inizio di una partnership con Microsoft per la produzione di telefonini su base Windows Phone, partnership che è culminata da poco nella già accennata vendita alla casa di Redmond (processo lungo, iniziato a fine 2013 e conclusosi il 25 Aprile 2014).

Ma non tutti in Nokia erano convinti della scelta... Tant'è che in molti (testate giornalistiche, utenti, ...) si chiesero il perché della commercializzazione dello stesso N9, dato che nasceva morto e praticamente senza supporto.


Non c'è stato un telefono che io abbia più amato e al tempo stesso più odiato dell'N9: feeling eccezionale, design stupendo (e a mio avviso ancora oggi difficilmente eguagliato), sistema operativo fantastico e per molti aspetti futuristico, ma al tempo stesso abbandonato a sé e portato avanti praticamente dalla sola forza di volontà della community indipendente di sviluppatori.
Da esso Nokia ha ripreso tanto, e tanto ha portato poi sulle altre piattaforme (design, funzionalità, elementi di interfaccia).

A quanto pare, comunque, non sono stato il solo ad amare il progetto MeeGo e l'N9 in particolare: un gruppo di coraggiosi ed abili ragazzi, essenzialmente coloro che avevano lavorato per anni sul progetto Maemo, confluito poi in MeeGo (già unione di Moblin di Intel e Maemo di Nokia), non ci stava.


Nasceva Jolla Oy (ltd.), una azienda/start-up fondata da quegli sviluppatori (molti dei quali uscirono da Nokia nell'Ottobre del 2011), quando il progetto MeeGo era già stato abbandonato internamente dalla casa madre.

L'idea alla base era quella di ripartire da dove lo sviluppo si era fermato: ripartire da MeeGo. Veniva alla luce così SailfishOS, sistema operativo open-source, vero erede del lavoro fin lì svolto, su cui tornerò fra poco.



Jolla è uscita pubblicamente allo scoperto nell'estate del 2012 (esattamente il 2 Luglio), presentandosi, però, al pubblico solo qualche mese più tardi (era il 22 Novembre) in un evento dedicato alle start-up in Finlandia, lo SLUSH, nonostante vari altri incontri nei mesi precedenti e la ampia presenza online:


presentazione al pubblico



evento per gli sviluppatori


Io quegli eventi li ho seguiti in diretta streaming, e posso confermare che l'emozione era alta! Almeno per me..! Non vedevo l'ora di mettere mano sul prossimo giocattolino, e anche sull'SDK, tanto ero incuriosito dalla scelta di utilizzare tecnologie come Qt e QML per lo sviluppo di apps native.

Il gruppo di pochi talentuosi ha lavorato sodo, e, finalmente, un anno dopo, nel novembre del 2013 ha portato sul mercato il suo primo prodotto: The Jolla, acquistabile in Europa (Italia compresa) direttamente dallo store del produttore.


Un nuovo inizio: il presente
Questo lo slogan con cui è arrivato sul mercato l'omonimo smart-phone realizzato dalla casa finlandese. Ed è proprio il caso di dirlo: si è partiti da quanto di buono era stato fatto con MeeGo, e si è andati oltre. Ma su questo torneremo con calma...



Limitando lo sguardo al solo telefono, per lo meno dal punto di vista hardware, si potrebbe rimanere, forse, un po' delusi (il design comunque c'è: ha personalità!), nel senso che non è certo quello l'elemento da osservare per capire cosa ha di diverso Jolla da tutto il resto.
L'obiettivo del gruppo era ed è proprio questo: non è l'hardware il vero campo di battaglia, ma la sfida la si fa sul software.

Di certo vi starete chiedendo perché ho deciso di scrivere solo ora questo articolo. Beh la risposta è semplice: 28 e 29 Aprile 2014, Jolla arriva anche in Italia, precisamente a Roma e a Milano, con due eventi dedicati alla propria piattaforma ed al proprio device.

Ed è qui che inizia la nostra storia
Stefano Mosconi, CTO e tra i Founder di Jolla (e romano de' Roma :D), è tornato nel suo paese natale per presentare ad un gruppo di giovani interessati ed appassionati, tra cui il sottoscritto, quello a cui si è dedicato in questi ultimi burrascosi anni.


Non nuovo a questo genere di incontri, Stefano, nella vetrina di una delle realtà di lavoro collaborativo della capitale (SPQwoRk), ci ha raccontato brevemente la sua storia nel campo della telefonia, nei suoi anni di lavoro in Nokia, in uno dei team che aveva il compito di lavorare sul futuro della società: Maemo prima e MeeGo dopo, completamente gettati alle ortiche dopo l'accordo con Microsoft.

Davvero interessante ascoltare la voce di uno dei ragazzi che ha dato vita a questa realtà (Jolla) e che con la sua simpatia, cordialità ed umiltà ci ha reso partecipi degli ultimi due anni della sua storia e delle varie difficoltà che si sono dovute affrontare e superare.

Vi riporto la ripresa che ho effettuato con il mitico N9 della parte iniziale dell'evento (mi scuso in anticipo per la qualità audio/video):



A seguire vi è stata una luuunga (più di 4 ore!) chiacchierata con domande da parte dei presenti su tantissimi aspetti, che hanno spaziato da informazioni puramente commerciali (date per i prossimi rilasci di update, commercializzazione con operatori in Italia, ...), fino a domande decisamente tecniche (motivazioni riguardo la scelta del filesystem, sul sistema di aggiornamento firmware, ...).

Presente all'incontro anche Antonio Monaco di Telefonino.net :)


Stefano ci ha confermato che il piano iniziale che Jolla si era prefissa è tuttora il filo conduttore del lavoro dell'azienda: in primo luogo The Jolla, il telefono prodotto internamente (milestone raggiunta a fine 2013).
In futuro, potrebbero e dovrebbero arrivare telefoni co-brandizzati, con sistema operativo by Jolla o per lo meno la possibilità di installare Sailfish su alcuni telefoni già in commercio (soprattutto per il mercato cinese). Ed infine, una terza ondata con la concessione in licenza del sistema operativo a terze parti, in modo da costruire un grande ecosistema sull'esistente progetto open-source, che si ha intenzione di mantenere tale: Jolla continuerà a differenziarsi con l'interfaccia utente.



SailfishOS, gestures, ambience, e... Android?
Il core del sistema operativo progettato e realizzato da Jolla è basato sul progetto mer, mentre l'interfaccia grafica è proprietaria e a sorgenti chiusi, riscritta completamente da zero: rappresenta la personale visione dell'azienda finlandese per l'OS, in modo da differire il proprio lavoro da quanto già esistente, come ad esempio Nemo (per maggiori dettagli sull'OS vi rimando alla pagina wikipedia).

L'interfaccia studiata da Jolla riprende ciò che rendeva l'N9 anni luce avanti a tutto ciò che esisteva all'epoca sul mercato: le gestures!
Non sono necessari tasti fisici (o soft-touch): tutto è controllabile da swipe del dito sullo schermo. Ma a differenza di N9, qui si è andati oltre: sono spariti i menu, sono spariti i tasti di navigazione a video, e tutte quelle parti dell'interfaccia che possono andare a ridurre lo spazio a disposizione per le apps.

Tutto è sostituito dai gesti:

swipe dal bordo sinistro o destro per mettere una applicazione in secondo piano, e swipe dal bordo in alto per chiuderla definitivamente


swipe dal centro verso il basso per mostrare il pulley menu (il menu con le opzioni per l'app); continuando a scorrere il dito si può selezionare direttamente l'opzione desiderata (evidenziata di volta in volta)


i pallini in alto a sinistra mostrano il livello di dettaglio a cui si è scesi nella navigazione di una app: ad esempio nella rubrica, andando al dettaglio di un contatto, ci troveremo al secondo pallino; facendo uno swipe da sinistra a destra partendo da dentro lo schermo potremmo tornare al livello superiore


le pagine secondarie di una applicazione possono essere accedute facendo uno swipe da destra verso sinistra partendo da dentro lo schermo; ad esempio per accedere alle categorie in cui sono divise le app all'interno dello store


Ma non solo per le applicazioni: tutto il sistema si muove a swipe!
Infatti le sezioni principali dell'OS (lock screen, schermata applicazioni aperte, schermata con tutti i programmi installati, gestione notifiche ed ambience) sono tutti navigabili tramite scorrimento del dito:


Nel disegno non sono riportate, ma le notifiche sono sempre accessibili da qualsiasi schermata (anche da dentro le altre applicazioni) facendo uno swipe dal basso verso l'alto, partendo dal bordo inferiore.


Parlando di applicazioni, vi starete domandando: è un sistema operativo nuovo, quante applicazioni ci sono? Beh qui il discorso è un po' più delicato.
Ovviamente ogni nuova realtà ha lo svantaggio di partire da zero, o quasi. Anche qui è così: la community che sosteneva MeeGo si è riversata su Sailfish, ed il porting delle apps realizzate dalle piccole realtà procede con continuità quotidiana.

Quello che manca, per ora, è sicuramente il supporto delle case più famose, e per le quali non saprei proprio cosa pensare. Stefano ci ha spiegato che -chiaramente- prima di parlare di (e con) big player occorrerà raggiungere numeri di market share ben più alti, e lo sforzo al momento è rivolto principalmente a questo.
Del resto si sa che l'attenzione delle grandi software house è chiaramente rivolta ad iOS ed Android (perfino Microsoft fa fatica per il suo OS).


Ma Sailfish ha una marcia in più: marcia che va sotto il nome di Alien Dalvik by Myriad Group.

In pratica Sailfish OS è in grado di far girare applicazioni scritte per Android, senza necessità di modificare una sola riga di codice (sicuramente per tutte quelle che non necessitano dei servizi di google, tralasciando i possibili smanettamenti che gli utenti più smaliziati possono fare).
Chiaramente non tutte le applicazioni funzioneranno as is, ma è possibile installare qualsiasi .apk, o scaricare le apps direttamente da store alternativi (come Yandex, Amazon, etc... quindi non il Play Store, anche se ci sono hack, come dicevo, per installarlo sul telefono di Jolla).

Quest'arma a doppio taglio è ciò che eleva il prodotto di Jolla dalla quantità di progetti non main-stream che si stanno affacciando sul mercato (tra tutti Firefox OS ed Ubuntu Phone).

Ma perchè arma a doppio taglio?
Beh la speranza di Jolla è quella che sempre più sviluppatori siano interessati a realizzare app per il proprio sistema operativo, e nel frattempo dà la possibilità ai propri utenti di coprire le funzioni mancanti con quanto già disponibile per l'OS più diffuso al mondo.

La mia paura è che questo rallenti in maniera drastica il porting di applicazioni con interfaccia nativa per Sailfish, dietro al motto del "tanto funziona già quella Android...".

È vero: basta che l'app ci sia e funzioni. Ma, a parte che le applicazioni per Android a volte non sono fluide e al 100% compatibili come quelle native, così facendo si perde la filosofia dell'ambience e delle gesture... Nonché del reale multitasking, altro cavallo di battaglia dell'OS della casa finlandese.

Comunque anche qui vale il discorso del market share: finché i numeri non saranno più ampi, sarà difficile vedere frotte di applicazioni nate e studiate per Sailfish, e in questo avere la possibilità di installare applicazioni Android è veramente un plus non indifferente!



Ho introdotto l'ambience, che cosa è?
Versione riduttiva: sono i temi con cui l'interfaccia può essere personalizzata.
Versione dettagliata: un ambience è l'insieme di suoni, sfondi e colori con cui tutta l'interfaccia del sistema (applicazioni comprese) viene mostrata all'utente. Cambiare un ambience significa modificare il modo con cui tutto ciò che è mostrato a schermo viene visualizzato. Scegliendo uno sfondo con una ben determinata tonalità prevalente (es: verde, blu, etc) tutti i colori delle scritte assumeranno tinte coordinate; e scegliendo (o creando) una ambience completa, anche i suoni potranno essere modificati andando a rispecchiare, magari, l'umore che abbiamo in quel determinato momento.

Ma c'è di più.

The Jolla & The Other Half
Non può mancare una piccola parentesi dedicata al device di Jolla.


La peculiarità di questo dispositivo non è certo da ricercare nella scheda tecnica, come già detto, ma nell'idea che c'è dietro: un dispositivo aperto, aperto nel cuore (Sailfish, il sistema operativo open-source, o per lo meno UI on top of mer, la vera parte open di tutto) e aperto nell'anima (l'hack-abilità, sia lato software che lato hardware).

Ed è proprio su quest'ultimo punto che voglio soffermarmi.
Chi l'ha detto che un telefono nasce e muore così come mamma lo ha pensato?


TOH è l'altra metà dello Jolla e personalizza il device rendendolo unico, sia esteriormente che a livello di interfaccia. I modelli per ora in commercio di other halves, permettono solamente di personalizzare l'ambience con immagini/sfondi, suoni e colori coordinati con la metà installata.

Ma la personalizzazione non finisce qui: lo Jolla phone è dotato di NFC, tramite cui il telefono riconosce le altre metà, ma soprattutto di un connettore dati I2C.
Che significa? Significa che le due metà possono scambiarsi dati tra loro, quindi è possibile creare delle seconde metà intelligenti, e ci sono già una miriade di progetti in fase di sviluppo: tastiere, batterie maggiorate, ricariche wireless, LED, un secondo display sul retro, e chi più ne ha più ne metta...

Stefano anche qui ci ha confermato che di prototipi ne hanno già tanti, ma per la commercializzazione (anche solo di uno tra essi) si dovrà aspettare almeno fine anno.


Sono previste, in arrivo a breve, almeno due metà realizzate da brand famosi, come Rovio (Angry Birds), che oltre ad installare temi, colori e suoni relativi ai proprio prodotti, danno la possibilità all'utente di accedere velocemente a contenuti speciali realizzati appositamente per Jolla.
Il tutto grazie ad una feature del sistema operativo che permette di avere una sezione apposita personalizzabile dal (una finestra sul) brand di turno (che sia un marchio, quanto un operatore, o un produttore di terze parti).

Queste metà sono state presentate al MWC 2014, durante il quale Jolla ha mostrato il suo prodotto ad un folla gigante di interessati (oltre 4000 visitatori in 4 giorni, e probabilmente l'unica realtà differente -#unlike- dal piattume generale dell'evento).


Ma la personalizzazione hardware non è il solo punto di ingresso per smanettoni e utenti esperti: Sailfish OS è una distribuzione Linux in tutto e per tutto, ha il terminale e permette di fare qualsiasi cosa potreste fare con una qualsiasi altra distribuzione sul vostro PC...



La vita l'universo e tutto il resto (cit.): il futuro
Jolla sta facendo di tutto per diffondere il verbo, farsi conoscere, come è giusto che sia. Ma a differenza di altri, quel che apprezzo è la passione e lo spirito di iniziativa che hanno e che finora non ho mai riscontrato in nessun'altra realtà.

Inoltre, Jolla stessa è aperta ai suggerimenti della community: il CTO della società ci ha fatto un'unica domanda, chiedendo, appunto, cosa loro possano fare per avvicinarsi il più possibile al mondo dei nuovi utenti (e anche della community stessa).


I due progetti più grandi che il gruppo sta portando avanti, oltre ovviamente quello dello sviluppo della piattaforma e del supporto al loro primogenito (in attesa di successori, che non si sa ancora quando e se potranno arrivare), riguarda la realizzazione di una specie di launcher alternativo per Android (installabile via .apk) che mostri all'utente il funzionamento dei punti cardine di Sailfish (ambience e gestures, per dirne due); inoltre si sta cercando di creare ROM per dispositivi Android (basate su CyanogenMOD), per andare incontro a tutta quella massa di utenti flashatori, fenomeno diffusissimo ad esempio in oriente, interessati a provare sul proprio device il nuovo sistema operativo.


ROM specifiche sono arrivate su diversi smart-phone (nexus 4, nexus 7, galaxy s3, ed altri), tra cui recentemente si è aggiunto anche il nexus 5.



A questo punto voglio fare un grandissimo in bocca al lupo a Jolla per tutto! E ringraziare Stefano Mosconi per l'evento interessante e piacevole organizzato nella capitale :-)

E chissà che presto non arrivi qualcosa sotto la mia lente di ingrandimento...



Ora vi saluto ragazzi, ma voi fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti...

E noi ci sentiamo alla prossima puntata!